Come richiesto dal consigliere Perilli, si è svolta questa mattina presso la Pisana un’audizione sul Distretto della Montagna di Rieti. Al centro dell’attenzione il futuro della società che, come dichiarato da Arsial e assessorato regionale all’Agricoltura, potrebbe finire al centro della messa in liquidazione.
“Alla luce di quanto emerso e delle volontà espresse senza mezzi termini dall’assessorato – dichiara Perilli – il Distretto della Montagna reatina rischia la messa in liquidazione. Questione di tempo, magari, ma la fine dello strumento strategico per il rilancio del territorio, sul quale più volte lo stesso assessore ha detto di puntare, potrebbe finire su un binario morto. Alla luce delle motivazioni esposte dall’assessore e dal commissario Arsial, ho palesato questa mattina la mia netta contrarietà per quella che è una decisione politica e non certo un’esigenza contingente. Nonostante la richiesta di bloccare la contemporanea assemblea dei soci del Distretto, che alla fine è stata rinviata per altrui volontà, ad avere la precedenza sono state le chiacchiere e non resta quindi che aspettare mentre comunque confermo, almeno da parte mia, che da questo momento in poi la maggioranza dovrà sempre confrontarsi con posizioni di una certa veemenza.
Alla base degli annunci dell’assessorato ci sarebbe la responsabilità di aver prosciugato lo scarno capitale sociale societario per il pagamento di quattro stipendi di altrettanti precari provenienti dalle strutture del Gal. Come ricordato da Mazzocchi, la Regione è però in debito con Rieti e se questa è la manifestazione di riconoscenza, figuriamoci cosa potrebbe venire in seguito. L’atteggiamento avuto questa mattina dalla maggioranza dimostra del resto l’attenzione che la Regione ha nei confronti della provincia e mi chiedo veramente se questo esecutivo voglia continuare a governare con tali ‘manifestazioni d’affetto’.
Se il Distretto dovesse andare in liquidazione finirebbero i processi avviati con successo durante la scorsa legislatura e, cosa paradossale, è che le intenzioni dimostrate per dare sempre più forza a questa società, che ricordo essere state sempre trasversali e condivise, andrebbero completamente in fumo. Alla luce di tutto questo, quindi, chiedo alla Birindelli e a Mazzocchi di non fare passi azzardati, a meno che non abbiano la volontà di entrare nella storia della Regione Lazio che mai, in oltre quattro decenni di vita, ha messo in liquidazione una società partecipata a maggioranza e che, dallo stesso ente, era stata individuata come strategica per il rilancio di un territorio”