A distanza di oltre due mesi dalla sospensione del contributo di cura mensile per i disabili gravissimi nel distretto sociosanitario di Viterbo (ASL VT-A), l’Associazione Luca Coscioni torna a denunciare l’inerzia della Regione Lazio. Nonostante le promesse di intervento da parte dell’assessore regionale all’Inclusione Sociale e ai Servizi alla Persona, Massimiliano Maselli, i contributi mensili di 700 euro, che fino a giugno venivano regolarmente erogati, non sono stati ripristinati.
Lo scorso luglio, l’Associazione Luca Coscioni ha segnalato per la prima volta la decisione improvvisa della Asl di Viterbo (ASL VT-A) di interrompere o ridurre drasticamente, secondo un’interpretazione errata del Piano Nazionale per la Non autosufficienza, l’erogazione diretta dei contributi per i disabili gravissimi, obbligando le famiglie a ricorrere a cooperative o personale qualificato, rendendo il contributo inadeguato a coprire i reali costi dell’assistenza. Nonostante la pronta replica della Regione, che ha minimizzato l’accaduto definendolo un “errore di comunicazione” del distretto di Tarquinia, la situazione non è cambiata.L’assessore Maselli aveva infatti rassicurato le famiglie, sostenendo che nessun taglio sarebbe stato effettuato e che la progressiva trasformazione dei contributi sarebbe avvenuta solo per i nuovi utenti, con l’auspicio di garantire maggiore qualità e monitoraggio nei servizi. Tuttavia, alle parole non è seguito alcun fatto concreto. Ad oggi, le circa settanta famiglie coinvolte continuano a non ricevere il supporto economico vitale per l’assistenza quotidiana ai propri cari, e gli uffici preposti non hanno ricevuto ulteriori indicazioni da parte della Regione.Rocco Berardo, avvocato e coordinatore delle iniziative sulla disabilità dell’Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato: “Alla luce dei fatti, chiediamo al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e alla giunta regionale di rispettare la parola data e di ripristinare come promesso l’erogazione dei contributi nelle stesse modalità garantite fino a due mesi fa. Le persone con disabilità hanno il diritto di scegliere come gestire l’assistenza, senza che venga imposto loro un modello che non può essere indistintamente per tutti uguale, lasciando le stesse persone prive dei sostegni finora garantiti”.