Guerra e caro energia frenano anche nell’alto Lazio la vitalità del sistema produttivo. La forte crescita delle chiusure d’impresa e il rallentamento delle iscrizioni hanno determinato, nel terzo trimestre dell’anno, un saldo (iscrizioni al Registro Imprese delle Camere di Commercio meno le cancellazioni non d’ufficio) di sole 39 unità in più rispetto al 30 giugno di quest’anno, di cui 6 in provincia di Rieti e 33 nella Tuscia. E’ quanto emerge dall’indagine Movimprese, l’analisi trimestrale sull’evoluzione del tessuto imprenditoriale condotta da Unioncamere e InfoCamere, presentata oggi durante l’Assemblea di Unioncamere.
Rispetto alla fotografia scattata al 30 settembre 2021, in cui si era registrato nell’Alto Lazio un tasso di crescita positivo del +0,34% rispetto al trimestre precedente, al 30 settembre di quest’anno il tasso di crescita si è fermato al +0,07%. Percentuali leggermente al di sotto della media nazionale (+0,22%) ma in linea con un trend che vede in tutta la penisola, in quest’ultimo trimestre, un rallentamento generale delle iscrizioni, in calo del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, e un forte rimbalzo delle cessazioni (il 13,3% in più rispetto all’estate dello scorso anno), cresciute sensibilmente dopo la brusca frenata del biennio della pandemia.
Nei primi nove mesi dell’anno l’alto Lazio segna un tasso di crescita delle imprese (al netto delle cancellazioni d’ufficio) del +0,7%, un trend positivo che è stato evidenziato in tutti i primi tre trimestri del 2022, anche se con segni diversi. Nel terzo trimestre la positività del trend si è via via assottigliata. Il dato positivo è tuttavia dovuto solo alle imprese non classificate, ancora in attesa di avviare un’attività, mentre in calo o stabili quasi tutti gli altri settori. Da evidenziare che il settore delle costruzioni, dopo aver rilevato progressi importanti negli ultimi periodi, evidenzia un -0,3%, segno che l’incertezza nella gestione dei vari bonus, soprattutto nella possibilità di cedere il credito, ha generato le prime problematiche.
“Il timore è che questi dati che dimostrano una forte tenuta del tessuto imprenditoriale non dureranno a lungo – dichiara il presidente della Camera di Commercio di Rieti-Viterbo, Domenico Merlani – e prevediamo purtroppo un’inversione di tendenza per fine anno a causa delle difficoltà nei costi, in primis quelli delle materie energetiche, che gli imprenditori stanno sostenendo, a cui si aggiunge l’aumento del costo del denaro. Auspichiamo quindi un intervento del Governo e dell’Europa per scongiurare un effetto domino che si rivelerebbe disastroso per l’intero Paese”.