Dei remi facemmo ali è il frutto della collaborazione con il Gruppo teatrale Jobel e del lavoro del nostro Laboratorio di Teatro Classico γνῶθι σεαυτόν (Conosci te stesso) che da anni si occupa di traduzione e riscrittura di testi classici con particolare attenzione alla ricezione contemporanea dell’Antico e alla contaminazione dei diversi linguaggi artistici.
La traduzione e riscrittura dei testi classici è finalizzata a progetti didattici che poi, come in questo caso, si concretizzano in spettacoli teatrali. Con il nostro lavoro abbiamo cercato di dare corpo alle parole attraverso la musica, la danza, i movimenti scenici e le immagini. La scenografia in particolare costituisce un testo iconografico.
Dei remi facemmo ali prende spunto dal capitolo Il canto di Ulisse del libro Se questo è un uomo di Primo Levi e interagisce con l’Inferno di Dante e l’Odissea di Omero. Il testo teatrale trascende i secoli e dall’italiano del Novecento risale al greco di Omero attraverso il volgare del Trecento, affermando che la potenza della creatività artistica è universale e che la Poesia e la Memoria possono fronteggiare ogni forma di violenza e di alienazione in tutti i luoghi e in tutti i tempi.
Lo spettacolo, che ricorda una delle più immani tragedie che si siano mai consumate in Europa, si tiene in un momento in cui l’humanitas e la ragione sembrano di nuovo oscurate dalla follia tracotante dei potenti che fanno scempio della vita dei popoli coinvolti. Il nostro spettacolo dunque è dedicato a tutti gli uomini in travaglio di cui ci parlano Primo Levi, Dante e Omero e in particolare è dedicato al popolo ucraino.