“Se non si interviene subito non siamo nelle condizioni di garantire la sicurezza”
Scuole, strade e personale: sono questi i nodi chiave su cui i Presidenti delle Province di Rieti, Giuseppe Rinaldi, Teramo, Renzo Di Sabatino, e Macerata, Antonio Pettinari, intervenuti in audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati in rappresentanza dell’Upi sul cosiddetto Decreto Sisma, hanno chiesto interventi immediati.
“I provvedimenti in campo – hanno detto i Presidenti delle Province – sono del tutto inadeguati e la gestione eccessivamente accentrata del post sisma sta creando rallentamenti e inutili sovrapposizioni nelle procedure: abbiamo bisogno di misure urgenti perché se non si interviene subito non siamo più nelle condizioni di garantire la sicurezza dei cittadini”.
Misure di carattere finanziarie ma anche in grado di assicurare la piena ripresa dell’operatività degli enti. Da qui la richiesta di interventi sia con un decreto legge apposito, nel quale tra l’altro si proceda all’eliminazione dei tagli previsti dalla manovra economica sia per il 2016 che per il 2017 e delle sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità, sia con modifiche al decreto sisma in particolare per gli interventi di messa in sicurezza e ripristino delle scuole superiori e delle strade provinciali.
Quanto alle scuole i Presidenti hanno sottolineato la necessità di prevedere risorse specifiche che consentano investimenti su tutti gli edifici scolastici del cratere, sia quelli distrutti che quelli danneggiati, e di dare il via ad un piano di rilevazioni dell’agibilità sismica di tutte le scuole.
Per quanto riguarda le strade invece i rappresentanti Upi hanno chiesto chiarezza rispetto all’utilizzo dei 30 milioni di risorse aggiuntive previste dalla Delibera del Consiglio dei Ministri “perché siano utilizzate – hanno spiegato – per coprire le spese straordinarie che le Province hanno dovuto sostenere nell’emergenza neve e che per la sola Provincia di Teramo ammontano ad oltre 12 milioni di euro”.
Le Province poi, i cui organici sono fortemente sguarniti dopo il taglio del 50% del personale dalla manovra finanziaria 2015, chiedono di potere assumere personale a tempo determinato e indeterminato, così da colmare i vuoti che si sono creati negli organici e di potere disporre di quelle figure tecniche necessarie per fare fronte all’emergenza.