Per 8 mesi l’opposizione che prima era al Governo di questa città, priva di argomentazioni e preoccupata di distrarre l’opinione pubblica dalle proprie responsabilità amministrative, ha gridato costantemente al cosiddetto “SalvaNapoli”. Ma come ogni nodo anche questo è venuto al pettine.
In 5 anni hanno potuto usufruire di una lunga, significativa serie di salvagenti finanziari e normativi che lo Stato ha emanato per mettere in salvo gli Enti in difficoltà. Contestualmente hanno avuto l’occasione di ricognire l’intera massa debitoria fuori bilancio con la delibera 40/2013. Oggi scopriamo che ci sono circa 5 milioni di euro di debiti fuori bilancio ante 2013 che avrebbero dovuto essere ricompresi in quella delibera e pertanto ripianati. Nella manovra di salvaguardia sarà compito di questa maggioranza, suo malgrado, approvare il finanziamento di quella massa debitoria che hanno dimenticato di ricognire nella delibera 40/2013.
Nel 2016 quando hanno avuto l’opportunità, data dal comma 714 dell’art.1 della L.208/2015, di rimodulare e riformulare il Piano di riequilibrio finanziario approvato dalla Corte dei Conti, sono riusciti a sbagliare la rimodulazione, estendendo con la delibera di giunta 28/2016 il disavanzo ordinario a trent’anni: lo fanno senza presentarlo in Consiglio comunale per l’approvazione né tantomeno chiedendo l’autorizzazione alla Corte dei Conti. Ed ovviamente questa gestione contabile creativa va oltre: pensano bene, infatti, di applicare arbitrariamente la nuova ripartizione trentennale nei bilanci 2016 e 2017.
La previsione offerta dal comma 714, peraltro, contiene una ulteriore finestra temporale con termine perentorio al 31 maggio 2017: ma bucano anche quello. Così, per gettare la croce addosso a questa amministrazione e nascondere le proprie, macroscopiche responsabilità, raccontano alla città che tale scadenza sarebbe slittata all’11 novembre 2017 insieme alle proroghe post sisma che hanno riguardato gli adempimenti contabili e certificativi.
Dimostrando solo di non saper distinguere tra adempimenti contabili (soggetti alla proroga dei decreti post sisma) e mere facoltà oggetto di un favor legislativo.
Ed ancora, mancano un’altra occasione: quella dettata dall’inserito comma 714-bis nella L.208/2015, così come modificata dal DL 50 del 24/4/2017 che prevedeva, entro la data del 30/9/2016, la possibilità per il Consiglio comunale di modificare il Piano di Riequilibrio, ferma restando la durata originaria decennale, per includere ulteriori debiti fuori bilancio successivi all’approvazione del Piano di Riequilibrio stesso. Avrebbero avuto, quindi, l’occasione di trovare copertura a quella massa debitoria emersa dopo il 2013! Ma non lo hanno fatto ed hanno preferito raccontare alla città di aver risanato i conti. Oggi, che abbiamo portato in evidenza tale debitoria nella ricognizione appena conclusa, l’ex sindaco Petrangeli si ricorda di dire alla città che loro ne erano già a conoscenza. Allora perché non si sono avvalsi di quelle opportunità normative? Con la manovra di salvaguardia che approveremo nel prossimo Consiglio comunale finanzieremo anche la debitoria post 2013.
Nonostante tutto questo, pontificano sul “SalvaNapoli” senza evidentemente conoscerne i contenuti. Hanno passato 5 anni e 2 campagne elettorali a parlare esclusivamente di debiti fuori bilancio e questo è il risultato che hanno prodotto: una ricognizione incompleta, il mancato rispetto degli obiettivi contenuti nel piano di rientro approvato dalla Corte dei Conti, una rimodulazione errata (d.G.28/2016) e altre due mancate. La verità, così come certificata dagli atti, è che solo oggi la ricognizione è stata completata, non dopo 5 anni, ma dopo soli 7 mesi di lungo e faticoso lavoro, senza tentare di nascondere la polvere sotto il tappeto. I quasi 13 milioni di euro complessivamente emersi troveranno copertura finanziaria con la manovra della salvaguardia degli equilibri da approvare nel prossimo Consiglio del 27.