“Sono troppi anni che assistiamo pietrificati ai tagli incoscienti che coinvolgono l’intero sociale. A 4 anni dalla legge del ‘Dopo di Noi’ e dopo la triste esperienza della pandemia da Covid 19 che ci ha visto tutti coinvolti forse dovremmo riflettere sulla bontà di tale norma il decreto Rilancio art.104 è aumentato di 20milioni per il 2020.
Il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave riparte da qui. Il cammino da individuare è quello della deistituzionalizzazione pensando in linea con la norma a dei percorsi di accompagnamento per l’autonomia dal nucleo familiare di origine che però devono, quanto più possibile e laddove sia possibile, ripristinare quel nucleo familiare attraverso la realizzazione di piccoli nuclei abitativi
Aumentare in questa ottica il concetto del ‘Dopo di Noi’ a varie tipologie afferenti i modelli di assistenza alle persone più fragili, anziani e disabili, considerando e non dimenticando la drammatica situazione vissuta a livello nazionale nelle Rsa, locale invece nelle case di riposo (S.Lucia e Alcim) drammaticamente note alla cronaca territoriale, senza tralasciare l’abbandono di utenti a se stessi per la chiusura dei Centri sociali semi residenziali e riabilitativi.
La strada che dobbiamo progettare e percorrere è quella dell’autonomia, finalizzata al progetto individuale del welfare di prossimità con il chiaro obiettivo di rendere ed erogare una reale integrazione socio sanitaria.
Riorganizzare il modello di sanità territoriale coinvolgendo i professionisti della salute, i medici di base, gli infermieri, gli psicologici, gli assistenti sociali, gli Oss. Progettare un lavoro di equipe che potrebbe prevedere nei casi come quello della pandemia e affini, soluzioni tempestive contrastando le criticità già sul nascere e salvaguardando operatori e fruitori dei servizi, permettendo anche di eliminare parte di quel precariato e abusivismo emerso ahime in questi mesi.
Un Welfare rinnovato a misura d’uomo e delle necessità di ogni singola persona che non deve sentirsi abbandonata dalla società, nè distante dai propri affetti e cari. Facciamo in modo che le esperienze negative non si ripetano ma anzi siano al base progettuale di una nuova ripartenza.
Le buone pratiche erano state individuate l’integrazione socio sanitaria deve diventare l’occhiello perché una buona Amministrazione sia definita tale e non il comparto sul quale fare business. Un business che conta altri numeri non quello dei morti.”
Annalisa de Sisto