de Lellis, 86enne dimenticato nel corridoio del "Lento soccorso" per oltre 5 ore

L’ospedale de Lellis di Rieti ancora una volta protagonista in negativo e come sempre a subirne i danni maggiori sono i cittadini che rimangono incastrati nella rete malandata di un nosocomio allo stremo e incapace di gestire le emergenze.
A scriverci una lettrice sfiancata dall’esperienza vissuta non più di 19 ore fa.
Corsa al Pronto Soccorso dell’ospedale de Lellis alle ore 16:30 la donna ha dovuto vivere una Odissea. Il padre, 86enne diabetico, dopo esser stato trasportato al Pronto Soccorso dall’ambulanza del 118 per la rottura del femore è stato costretto a rimanere sulla barella per più di 5 ore senza che nessuno lo visitasse o si prendesse in qualche modo cura di lui.
L’anziano uomo, completamente dimenticato dagli operatori sanitari della struttura, è stato lasciato in balia di sè stesso e degli eventi, senza alcun timore da parte di dottori o infermieri per un eventuale peggioramento del suo stato di salute. Senza nemmeno pensare che il dolore, il caldo e l’età avanzata potessero inficiare su un corpo già colpito dal diabete.
La nostra lettrice indignata ci sottolinea anche la maleducazione e l’arroganza con la quale lei e suo padre sono stati trattati dal personale medico e paramedico, quindi non solo il danno ma anche la beffa.
Dopo oltre 5 ore di attesa, alle ore 21:30, l’anziano è stato visitato da un dottore su pressione della figlia che ha minacciato di chiamare i Carabinieri. Dopo altri 30 minuti, alle ore 22, finalmente i sanitari hanno provveduto a fare una lastra all’86enne che dal primo pomeriggio stava ancora senza mangiare e senza aver preso le sue medicine.
Successive nuove sollecitazioni da parte della figlia dell’uomo, esattamente dopo la mezzanotte, hanno permesso che l’86 enne venisse ricoverato nel reparto di ortopedia.
Quindi una telenovela durata più di 8 ore affinché un degente diabetico, con un femore rotto e molti anni sulle spalle, potesse essere  ricoverato. Il tutto su continue sollecitazioni da parte dei familiari preoccupati e sfiniti da una struttura macchinosa. Più che Pronto Soccorso bisognerebbe rinominarlo “Lento Soccorso”, almeno gli utenti saprebbero da subito a cosa stanno andando incontro.