Nella mattina di sabato 3 agosto è iniziato ufficialmente il Festival delle Valli Reatine, con la manifestazione inaugurale presso la sala dei convegni dell’Area del Gusto di Amatrice.
Lo spazio progettato dallo Studio Boeri, incastonato tra i monti della Laga, ha visto Simona Tedesco, direttore del magazine di viaggi e turismo «Dove», intervistare numerosi ospiti.
In apertura, il sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella, ha ricordato l’importanza di iniziative di questo tipo, essenziali per il territorio soprattutto dal punto di vista dell’aggregazione. Solo facendo rete, infatti, si può pensare alla rinascita dell’area colpita dal sisma del 2016, ma prima ancora da una inesorabile spopolamento.
La parola è quindi passata a Lorenza Bonaccorsi, che ha sottolineato l’impostazione innovativa dell’appuntamento. Il Festival, infatti, promuove l’aggregazione delle forze, il fare sistema, per tenere testa a un mercato in cui la competizione è forte, in cui non funziona più solo il brand del Bel Paese.Nella sua veste di assessore regionale al Turismo, Bonaccorsi sostiene che «dobbiamo metterci insieme per fare promozione, crescere insieme e far crescere i territori e le economie».
Inoltre spiega che bisogna indirizzarsi nella direzione del turismo sostenibile, che crea e la ricchezza e la mantiene sul territorio, muovendosi in controtendenza rispetto al turismo massificato e del “mordi e fuggi”.
L’aspirazione è quella a un turismo che cerca l’esperienza, che vuole passare in un territorio e capirlo e standoci dentro. La grande intuizione, ha spiegato l’assessore, è iniziata con la proclamazione dell’Anno dei Borghi. Un tipo di approccio che dà forza alla nostra offerta turistica e va in direzione opposta all’over Tourism. Il Festival delle Valli reatine deve diventare un brand fortissimo, che racconta un luogo e che fa sì che questo luogo venga ricercato. Dopo aver ricordato l’importanza essenziale della presenza delle donne, Bonaccorsi ha concluso ricordando che c’è un ampio margine di crescita per il settore turistico nel Lazio, perché è una grande regione ancora troppo poco conosciuta.
Da parte sua l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Gian Paolo Manzella, interrogato sulle prospettive future ha evidenziato come, nei primi due anni e mezzo dopo il terremoto, si sia operato per aprire una partita con i sindaci, i territori e il mondo della comunicazione verso una visione futura. Il centro Italia è composta da luoghi che hanno una chance a livello mondiale. In un ottica di progresso, Manzella ha sottolineato come la macchina costruita per le emergenze, oggi è una macchina fatta di fiducia sulla quale inserire i semi del futuro.
Fonte: Frontiera Rieti