Covid, SPI CGIL: “Va spezzato l’isolamento degli anziani dai loro familiari”

“Nelle RSA gli ospiti ancora una volta sono isolati dai loro familiari. È questa la condizione che più pesa sugli anziani. Il momento della visita ad un parente o un congiunto è spesso occasione per un sostegno concreto ma anche è fattore molto importante per garantire un equilibrio psicofisico dell’ospite.

Le RSA del Lazio che a luglio riaprivano sulla base di un protocollo regionale oggi sono tornate a chiudersi. Le cause e le responsabilità sono note. Lo SPI CGILl le ha indicate: dalle rilevanti criticità nell’utilizzo degli strumenti di protezione a tutela del personale, all’incompleta e tardiva somministrazione dei tamponi, al mancato approntamento di percorsi separati, ai trattamenti contrattuali anomali.

Una somma di inadeguatezze che i controlli dei NAS dei Carabinieri e quelli delle ASL hanno da tempo attestato e che sono da tempo all’attenzione della Regione Lazio.
Dalla prima fase del Covid alla fase attuale si è evidenziata una sorta di autoreferenzialità dei soggetti proprietari e degli amministratori di RSA , una diffusa attitudine a non confrontarsi con sindacato, familiari e comitati di partecipazione.

Nelle circa 120 RSA del Lazio, di nuovo in queste settimane, si sono verificati casi gravi e ripetuti di Covid e molti anziani sono morti. E’ intollerabile. Da febbraio a luglio come SPI CGIL abbiamo monitorato molte RSA. Lo stiamo seguitando a fare oggi, individuando criticità che permangono e indicando un modo diverso di essere e di operare nelle RSA che, come Organizzazioni Sindacali, unitariamente, stiamo confrontando con la Regione Lazio.

Il cambiamento che vogliamo riguarderà tutte le RSA, quelle private e quelle (le prime) pubbliche che, auspicabilmente presto le ASL dovranno aprire.
Lo Spi Cgil ha avanzato la proposta di una rete pubblica che è oggetto di trattativa unitariamente condotta da Cgil Cisl Uil con la Regione Lazio.
Nei giorni scorsi, in specie, abbiamo chiesto alla Regione che si rompa l’isolamento degli anziani nelle RSA.

Come SPI Cgil nella prima fase del Covid abbiamo chiesto alle RSA di dare la possibilità di effettuare videochiamate ai parenti degli ospiti. I risultati sono stati alterni. Oggi questa possibilità deve essere vincolata da una direttiva regionale alle ASL perché le stesse impegnino le RSA di riferimento a garantirla con cadenza e fasce orarie regolari così da mantenere e tutelare le relazioni affettive fra familiari piuttosto che farle dipendere da una facoltà consentita alle stesse. Quando per i familiari sarà di nuovo possibile l’accesso alle RSA le condizioni di sicurezza devono essere tutte garantite.

Il che, in molte RSA e a oltre 8 mesi dall’inizio del Covid, non viene ancora garantito. Come SPI riteniamo essenziale ripristinare, sin da ora, percorsi e contesti sicuri e protetti per consentire agli ospiti di incontrare nuovamente i propri cari, cosa indispensabile per la loro salute psichica molto compromessa dal prolungarsi del loro isolamento.”

La Segretaria Generale SPI CGIL Roma e Lazio
Alessandra Romano