Covid-19, il Nuovo Sindacato Carabinieri scrive al Generale dell’Arma

Pubblichiamo la lettera inviata dal Nuovo Sindacato Carabinieri al Generale dell’Arma dei Carabinieri di Roma sul tema Coronavirus:

In questo momento di emergenza legata al COVID-19 vogliamo non essere costretti a fare nomi e cognomi di quei dirigenti che nonostante le indicazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso i decreti emessi continuano a esercitare personali e differenti interpretazioni o a non interpretare del tutto le chiare e obbligatorie prescrizioni continuando:
− a tenere rapporti, mettendo a stretto contatto il personale, continuando a imporre la necessità (?) di fare posti di controllo ed effettuare controlli allo sdi, spingendo il personale alla potenziale esposizione verso il virus;
− a tenere rapporti nei quali sminuiscono le potenzialità del virus paragonandolo a una normale influenza;

− a non preparare dei modi di comportamento per controllare persone che dichiarino di essere contagiate o locali che non rispettano le imposizioni del decreto;
− a lasciare alle iniziative individuali ogni accorgimento per proteggersi o sanificare luoghi e mezzi, per l’insufficienza delle risorse messe a disposizione;
− a impedire nelle scuole di stare in camerate tutti insieme durante il giorno, quando poi la sera e durante la notte lo sono e non vengono rispettate le note distanze di sicurezza;

Questo Sindacato già il giorno 23 febbraio ha portato all’attenzione le varie criticità che già si stagliavano nel vicino futuro nell’ottica della giusta collaborazione costruttiva che è nei nostri valori fondativi. Ricordiamo che l’Arma dei Carabinieri attraverso le diverse strutture è chiamata a intervenire rapidamente e ha bisogno non solo dei mezzi e equipaggiamenti di sicurezza adeguati, ma anche delle procedure standard da adottare per nuovi casistiche di incidenti che possono accadere.

La consueta filosofia di lasciare il personale da solo a decidere in frazioni di secondo e sotto lo stress dell’intervento cozza continuamente contro le responsabilità che sono in capo ai vari Comandanti, in ossequio aln D.Lgs. 81/2008 e all’articolo 725 del TUROM. In tempi nei quali viene indicato continuamente di evitare assembramenti inutili e senza quei margini di sicurezza indicati e di usare metodologie alternative al contatto fisico, sale subito alla mente la famosa circolare sui social network che mai come oggi appare così anacronistica e fuori dal tempo (per non parlare degli aspetti anticostituzionali da noi già evidenziati in altra lettera).

Quei pericolosi social network dovrebbero essere utilizzati dai Comandanti ai vari livelli per incontrare il personale in totale sicurezza e per fornire indicazioni in tempo reale sulle modalità operative. Ma taluni presi dalla foga della cieca obbedienza preferiscono difendere posizioni di retroguardia e che minano, in questi momenti, la sicurezza del personale. Fortunatamente, il personale si è mostrato molto più maturo e responsabile di quello che taluni pensavano e infatti, le piattaforme social e di messaggistica istantanea insieme ali altri strumenti che la tecnologia moderna offre, sono diventate un formidabile strumento di informazione e divulgazione delle direttive sui comportamenti da tenere, raggiungendo i reparti fino ai minori livelli e quindi informando ogni singolo militare.

Tra l’altro la problematica relativa alla impossibilità di effettuare il controllo preventivo dell’infezione tramite tampone senza applicare automaticamente la quarantena, pone il personale (della sicurezza e della sanità) ad alto rischio di efficienza nel prossimo futuro. Il Comando Generale dovrebbe consigliare che si applichi la procedura di controllo via tampone, in prevenzione, non solo per salvaguardare i militari dipendenti, ma soprattutto la forza effettiva massima e costante nel tempo. Inoltre, per il personale delle scuole si preveda la chiusura immediata delle stesse e l’utilizzo dei militari come serbatoio secondo le future necessità.

Cosi come per il personale impiegato negli organismi internazionali presenti sul territorio. Tralasciando l’attuale insufficienza dei kit personali e di disinfezione nei vari comandi territoriali, atteso che sono in arrivo circa 225 mila mascherine, l’ultimo contributo vuole essere quello relativo alla m.o.s. Il nostro suggerimento è di chiudere le mense immediatamente e prevedere un rimborso attraverso l’assegnazione dei buoni pasto o rimborsi sugli stipendi successivi. Ciò eviterebbe inutili assembramenti e dispendio di risorse economiche. Certi di un cortese riscontro, si porgono distinti saluti.

LA SEGRETERIA NAZIONALE