“Sull’emergenza Covid-19 nelle RSA e case di riposo del Lazio, abbiamo apprezzato lo sforzo avviato dalla Regione su verifiche e controlli sanitari, per arginare il fenomeno e frenare i casi di contagio verificatisi nei giorni scorsi, dalla RSA San Raffaele di Frosinone, all’INI Città Bianca di Veroli, alla Hermitage di Fiuggi, alla Madonna del Rosario di Civitavecchia, solo per citare i più grandi, ma tanti altri casi si sono registrati e stanno emergendo su tutto il territorio”, dichiarano in una nota Cgil Roma e Lazio, Spi Cgil Roma e Lazio e Fp Cgil Roma e Lazio.
“La campagna di tamponi che sta interessando tutte le strutture deve, però, essere intensificata e deve ripetersi nei prossimi giorni a verifica dell’insorgere di ulteriori casi positivi”, proseguono.
“Il fenomeno va governato complessivamente su più fronti. Un aspetto delicatissimo è la gestione dei pazienti risultati positivi: al momento vengono spostati in strutture sanitarie dedicate, a volte sempre RSA, trasformate in centri “COVID”. Quasi sempre tuttavia il personale si sta trovando impreparato alla gestione di questa tipologia di ospiti. Manca personale specializzato, perché gli standard sono diversi da RSA a strutture con reparti di sub-intensiva”, continuano Cgil, Spi e Fp Cgil.
“Le strutture di destinazione dovrebbero essere preventivamente attrezzate, dotate di adeguati dispositivi per il personale, per l’utilizzo dei quali deve essere prevista apposita formazione. È necessario prestare attenzione e pianificare prima ogni passaggio, definendo percorsi e protocolli ben definiti per la presa in carico e la cura dei pazienti, altrimenti si rischia un effetto emergenziale a catena, passando da un focolaio all’altro, come accaduto in questi giorni al Nomentana Hospital.
Intervenire con le Asl a trasferimento avvenuto, per quanto importante, non esclude errori che possono mettere a rischio la salute dei lavoratori e dei fragili pazienti, o addirittura minare la sicurezza dell’intera comunità circostante, come nel caso della casa di riposo Alcim di Contigliano: dal focolaio di 65 casi tra pazienti e operatori, la casa è divenuta centro Covid, ma ieri l’intero comune è divenuto zona rossa, con l’intervento delle forze armate e dell’esercito”, conclude la nota.