Il Covid19 ha di fatto messo in ginocchio l’intero apparato economico nazionale. Tra le categorie che più stanno patendo gli effetti della crisi ci sono quelle di bar, ristoranti ed alberghi. Delle difficoltà del periodo non poteva non risentirne anche il Terminillo e le sue attività.
Sulla montagna reatina questa crisi arriva al termine di una disastrosa stagione invernale, con la mancanza di innevamento artificiale che non ha permesso di poter aprire gli impianti con continuità durante tutta la stagione (cosa invece avvenuta in altre località come Campo Felice ed Ovindoli): dopo i primi decreti tutta la stazione turistica è ora sostanzialmente chiusa.
E adesso arriva l’estate ma le prospettive sono tutt’altro che buone. “Considerando il vastissimo calendario di eventi che era programmato – commenta a Rietinvetrina Michele Casadei (nella foto) presidente di Federalberghi Rieti e proprietario dello storico Hotel Togo Palace – eravamo in tutto esaurito da giugno in poi con gruppi, ritiri sportivi di squadre dilettantistiche e professionistiche anche di serie A, più una serie di eventi a corollario che, unitamente ad un po’ di fortuna sulla presenza del sole d’agosto, avrebbero permesso di raccontare una stagione estiva da incorniciare. Purtroppo tutto questo ormai è solo un ricordo ed al momento registriamo soltanto disdette”.
Anche Terminillo, ne siamo convinti, dovrà uscire da questo momento particolare e rinascere. Ma come? “Dovremo ripensare completamente le dinamiche legate al turismo d’ora in avanti – continua Casadei – ma, fino a che non si troverà un vaccino contro questo virus, è ragionevole pensare che la paura avrà il sopravvento e gli spostamenti saranno limitati. Lo scenario è disarmante, il Terminillo rappresentava una microeconomia giù molto flebile, basata su condizioni meteo favorevoli e calendari elastici.
Tutto questo d’ora in avanti sarà solo un ricordo e, se non si troverà una soluzione a breve, in un paio d’anni si prospetta una chiusura della maggior parte delle strutture alberghiere che hanno resistito finora. Oggi come non mai l’unica speranza di rilancio è appesa all’approvazione del progetto Tsm: crisi straordinarie hanno bisogno di contromisure altrettanto straordinarie.
Il Tsm rappresenta un piano di sviluppo socio economico pubblico-privato di 50mln di euro invernale ed estivo: sarebbe una follia in un momento come questo non considerare tale investimento prioritario non solo per il rilancio, ma per la salvaguardia di un’intera economia turistica.”