“La notizia dei provvedimenti, che sarebbero stati assunti in Finanziaria in merito al riordino degli enti locali e nello specifico quelli riguardanti l’abolizione delle piccolissime Province quindi anche la Provincia di Rieti, non può che provocare indignazione e rabbia in chi ha la ventura di vivere e operare in questi territori”. Così il capogruppo Pdl alla Provincia di Rieti, Felice Costini.
“Scopriamo – spiega – che il problema della crisi finanziaria di questo Paese non è rappresentato dallo spreco dei ministeri, dagli enti inutili che nessuno abroga, dalle consulenze milionarie, dagli appalti gonfiati, ma è l’esistenza delle piccolissime Province, che amministrando poco meno del 3 per cento del territorio nazionale, rappresenterebbero un inutile orpello della pubblica amministrazione”.
“L’ipotesi dello scioglimento della Provincia – aggiunge Costini – è solo l’ultimo atto di una serie di vessazioni che il nostro territorio e le nostre popolazioni stanno subendo dallo stato centrale, capace di essere duro con i deboli e assolutamente inerte con i più forti, quasi che l’aver scelto di non trasferirsi a vivere nei grandi agglomerati urbani rappresenti una colpa. Non è comprensibile perché non si interviene, invece, sulle Province che insistono nelle aree metropolitane (Roma, Napoli, Milano, Firenze), enti realmente inutili perché svuotati di funzione e si decide di iniziare proprio da quelle Province che operano su territori difficili, in cui esistono piccoli Comuni, caratterizzati da un’economia povera e che rappresentano la parte migliore della nostra nazione. Una provincia che nel passato fu osannata da poeti e scrittori, e che governi, sicuramente più illuminati, vollero a presidio dell’identità, dell’integrità culturale e storica dell’Italia più vera”.
“Tra l’altro – prosegue il capogruppo Pdl – non si capisce la ratio di questo intervento: o si afferma che la Provincia come ente non serve, e allora si aboliscono tutte, o la si considera un ente intermedio utile per il governo dei territori, soprattutto quelli più marginali e difficili, e allora non si possono sciogliere Rieti o Macerata. Un’ingiustizia, quindi, inaccettabile, davanti alla quale dovremo dimostrare di essere sufficientemente maturi come classe politica per opporci, evitando di dividerci oggi per appartenenze o di speculare, avendo l’intelligenza di intervenire tutti insieme a salvaguardia del territorio, che verrebbe devastato da un’ipotesi di questo tipo. Da troppo tempo siamo costretti a subire vere e proprie rapine (l’acqua, la sanità, le infrastrutture) e se non cominciamo a porre una barricata avranno ragione quanti a Roma ci guardano con un sorriso di commiserazione”.
“Dobbiamo combattere non per avere l’elemosina – conclude Costini – ma per ottenere che nascere a Rieti, a Fiamignano o ad Amatrice è come nascere a Roma, non esistendo un’Italia di serie B. Si faccia Roma Capitale, si distribuiscano i Comuni della provincia di Roma nelle altre Province, si ricomponga l’unità della Sabina, e dopo saremo ben oltre i 220mila abitanti. E se ci verrà data, inoltre, la possibilità di amministrare le risorse economiche prodotte dai nostri territori, potremo vedere se i veri sprechi sono i nostri o quelli dei palazzi del potere romano”.