COPAGRI: “Province e regioni i principali Enti chiamati al controllo della fauna selvatica”

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La fauna selvatica è causa dei principali danni alle colture agrarie, insidia la sicurezza stradale e quella sanitaria. I cinghiali (Sus scrofa) sono la principale causa dei danni più consistenti. Queste popolazioni rappresentano la maggior parte degli animali a vita libera presenti nel nostro territorio rurale.

Perché ciò sia avvenuto è ascrivibile a molteplici cause: ibridazione fra specie, mancanza di competitori naturali e trasformazioni antropiche dell’ambiente. In particolar queste ultime tra le quali importante e lo spopolamento delle aree rurali e la concentrazione delle attività agricole nelle zone più redditizie con conseguente abbandono di aree divenute marginali.

È innegabile la difficoltà, che sconfina nella incapacità, mostrata da chi ha il compito di gestire la fauna selvatica in modo tale da governare efficacemente il fenomeno. Fenomeno che vede gli agricoltori professionali e non succubi delle intrusioni nei loro terreni di diversi e numerosi gruppi di cinghiali.

Il mondo agricolo e non solo, è ormai rassegnato a questa convivenza ormai non più occasionale.

Occorre sottolineare che questa situazione ha una particolare rilevanza anche dal punto di vista sanitario sia per i selvatici che condividono lo stesso habitat del cinghiale, per le specie domestiche e di allevamento nonché per l’uomo stesso.

Il cinghiale può essere considerato un ospite e vettore di agenti patogeni per malattie quali la tubercolosi, l’epatite E, la brucellosi, la trichinellosi e di molte tipologie di virus tra i quali la peste suina e la pseudo rabbia.

COPAGRI prende atto della difficoltà esistente nel gestire il fenomeno ma anche della oggettiva incapacità di Regione e Provincia comunque di creare un argine sia pure piccolo allo stesso e sottolinea che la rifusione dei danni causati dal cinghiale comunque non mette nessuno al riparo dai rischi di incidenti sanitari o di altro tipo collegabili a questo selvatico.

È importante, e COPAGRI ne auspica il potenziamento, mettere in atto sistemi di monitoraggio per il controllo delle popolazioni selvatiche, perché i numeri non solo di cinghiali, ma anche di molti altri ungulati sono in crescita ed è prevedibile che nei prossimi decenni sarà sempre più spesso necessario gestirne le popolazioni per contenerne gli impatti.