La parola d’ordine è la tutela del territorio e delle lavorazioni agricole. Dice la sua Copagri, la Confederazione Produttori Agricoli che racchiude Aic, Uci, Ugc-Cisl e Uimec-Uil, in merito alla realizzazione dei pannelli fotovoltaici nella Piana Reatina di grande attualità in questi giorni. Per il presidente della neonata Confederazione Giorgio Di Mario, che conta ad oggi oltre 2.000 soci, l’obiettivo prioritario è la preservazione del territorio.
<Non siamo a priori contro le innovazioni – sostiene – ma siamo per il rispetto delle norme, come quella che prevede che i pannelli siano a compendio di strutture già esistenti. Questo per dire che, ad esempio non si può sostituire una intera area destinata a coltura di grano con i pannelli solari. Copagri chiede a chi è preposto al controllo di tenere nella giusta considerazione la conservazione del territorio e di farlo rimanere nella sua originaria destinazione agricola. Una coltivazione consente a chi lavora di tenere, ad esempio, i fossi di scolo puliti e di salvaguardare le lavorazioni e la produzione.
Del resto bisogna tenere presente che da sempre l’agricoltura è un settore primario>.
Gli interrogativi sollevati dalla Copagri sulla questione dei pannelli fotovoltaici nella Piana Reatina riguardano anche l’esistenza del parere dell’Ardis in questa zona soggetta ad esondazione, considerata la vicinanza del Turano, il rispetto assoluto del vincoli di legge e la corretta funzionalità dei pannelli per le colture cosiddette ombreggiate.