Nel giugno 2009, subito dopo l’esito delle elezioni provinciali, sollecitammo il confermato Presidente perché, nella composizione della nuova giunta, avesse valutato l’opportunità della presenza femminile.
Successivamente, sempre pubblicamente, abbiamo espresso il dissenso e la delusione in quanto la nostra richiesta era stata totalmente disattesa.
In quella occasione ci trovammo decisamente sole ed evidenziammo l’incomprensibile silenzio sull’argomento da parte dei partiti della coalizione di centro sinistra, apprezzando invece l’intervento dell’allora Assessore al Comune di Rieti Lidia Nobili, che tuttavia ci sembrò un’iniziativa personale e non espressione della politica locale del centro destra.
Nei giorni successivi, poi, si scatenò una vera crociata a favore delle donne escluse dalla giunta provinciale ed il consigliere Costini, nell’apposita discussione richiesta in Consiglio Provinciale, oltre a far propria l’azione promossa dalla Nobili a nome di tutto il centro destra, propose un accalorato intervento i cui contenuti avrebbero fatto arrossire l’idea più progressista.
Noi, che direttamente non facciamo politica, ma che la politica seguiamo per gli effetti che le relative scelte producono sui cittadini ed in particolare delle cittadine di questo capoluogo, in un territorio dove alla situazione pregressa, già critica, ora si sommano gli effetti della crisi generale che ha colpito il Paese e quelli della manovra finanziaria del governo, che pesantemente incide sul sociale, non possiamo non ricordare quanto sopra sintetizzato.
Non possiamo farlo alla luce di quanto è accaduto all’indomani delle elezioni regionali e dell’assessorato assegnato a Rieti e poi revocato.
E’ scandaloso infatti che un territorio come quello reatino, con i problemi che lo attanagliano, che anziché vedere prospettive di soluzione si acuiscono quotidianamente, con una drammatica situazione occupazionale e sociale che si allarga a macchia d’olio, dove i nostri giovani, fuori per studio, non vogliono più tornare neppure nei fine settimana, si rinunci a portare in Regione una voce locale capace di “rappresentare”.
E questo per mantenere il punto su una questione personale riguardante un consigliere, pur eletto con numeri considerevoli?
E se le regole della politica lasciano lo spazio per un assessorato da ricoprire con una donna e non la si individua vuol dire che è meglio niente?
Allora ci torna in mente il citato l’accalorato intervento del consigliere Costini a nome di tutto il centro destra.
Noi non solo allora lo abbiamo scritto ma ci crediamo profondamente: favorire l’ingresso delle donne nei ruoli istituzionali rappresenta elemento di crescita ed innovazione, come dimostrato in diverse realtà; aldilà delle parole, ci crede anche il centro destra?
Noi che rispetto a questa situazione non possiamo fare altro, per il futuro di questo territorio, chiediamo a tutti una riflessione.
La chiediamo in particolare alle donne che svolgono attività all’interno del centro destra, magari per stimolare una “orgogliosa” reazione e dimostrare che, se serve, anch’esse sanno “battere pugni” su scrivanie locali e regionali. Perché l’interesse collettivo possa prevalere.