Convert Italia, azienda romana che opera da 30 anni nel settore energetico, con particolare riguardo alle energie pulite (fotovoltaico e biomasse) ha promosso la creazione, a Fara in Sabina, nella zona di Valle della Madonna, di un impianto a biomasse legnose non trattate per la produzione combinata di energia elettrica e termica.
COSA SONO LE BIOMASSE E I VANTAGGI DEL LORO UTILIZZO
Le biomasse comprendono vari materiali di origine biologica, scarti delle attività agricole riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica e termica. Si tratta generalmente di scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria (legna da ardere non trattata, potature boschive, residui agricoli e forestali, scarti dell’industria agroalimentare, reflui d’allevamento). Nel caso di biomassa secca ad alto potere calorifico, si utilizza la tecnologia della combustione controllata in caldaia a basse emissioni accoppiata a una turbina a ciclo organico.
Nel processo di combustione viene utilizzata biomassa vergine (legno non trattato) e certificata, con assenza di qualsivoglia sostanza clorurata, evitando quindi in modo completo la formazione di diossine. Affinché avvenga la formazione di diossine, bisogna bruciare plastica clorurata, bisogna bruciare insieme pezzi metallici e bisogna mantenere la temperatura tra 400°C e 800 °C. E queste condizioni possono verificarsi contemporaneamente solo se si inceneriscono rifiuti indifferenziati (che contengono metalli e plastiche) in inceneritori dotati di sistemi di regolazione obsoleti la cui temperatura è difficilmente costante. Nelle centrali a biomasse realmente sostenibili l’unico combustibile è legno vergine non trattato; non sono presenti né plastiche né metalli, quindi le diossine non si formano perché mancano i reagenti.
Utilizzando unicamente biocombustibili, i trattamenti che vengono effettuati nella centrale produrranno emissioni di anidride carbonica in proporzione alla quantità di carbonio presente nella biomassa stessa (il legno vergine o altri combustibili naturali). L’anidride carbonica emessa dalla caldaia a biomassa è quindi uguale alla quantità precedentemente già assorbita dalla pianta. La produzione di energia elettrica attraverso biomasse ha la capacità di risparmiare grandi quantità di emissioni nell’aria rispetto ai metodi di produzione che non utilizzano biocombustibili. Trarre energia dalle biomasse consente quindi di eliminare i sottoprodotti derivanti dalle attività umane, produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio. Una fonte di energia pulita su cui l’UE ha deciso di investire al pari dell’eolico.
I biocombustibili sono un’energia pulita a tutti gli effetti; liberano nell’ambiente le sole quantità di carbonio che hanno assimilato le piante durante la loro formazione e una quantità di zolfo e di ossidi di azoto nettamente inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili. Il fatto che l’energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione delle attività produttive è un ulteriore vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce i sottoprodotti in modo ecologico. Va comunque fatta attenzione al concetto di biomassa, per non confonderlo con quello della termodistruzione dei rifiuti: le biomasse sono esclusivamente di origine vegetale e non vanno confuse con i rifiuti delle attività umane. Per ridurre l’impatto ambientale è inoltre necessario che le centrali siano di piccole dimensioni e utilizzino biomasse locali, evitando in questo modo il trasporto da luoghi lontani.
L’IMPIANTO DI FARA SABINA
L’impianto sarà alimentato con le potature del bosco e degli uliveti. L’area di stoccaggio delle biomasse sarà completamente all’aperto e senza tettoie, occupando una superficie massima di 1.000 mq. La biomassa utilizzata per la produzione di energia sarà costituita da “cippato” di legna vergine derivante da potatura di boschi (conifere in particolare) e di oliveti, con percentuali minori di altre biomasse come vinacce, stocchi di mais, paglia e frumento provenienti da zone limitrofe. L’approvvigionamento delle biomasse, secondo la legge, si farà entro un raggio di 70 Km dall’impianto.
Le potature di ulivi e gli scarti della manutenzione boschiva saranno trasportati, comunque, entro un raggio di 40 Km dall’impianto. E per minimizzare i costi di trasporto la biomassa arriverà soprattutto dalle numerose aziende agricole attive nelle aree circostanti all’impianto. La prossimità della fornitura di biomassa comporterà un impatto sul traffico molto limitato. Il traffico indotto dall’impianto sarà infatti di circa 500 trasporti all’anno, uniformemente distribuito nei 12 mesi, non superando quindi un massimo di due trasporti giornalieri.