“E’ necessario fare fronte comune tutti insieme nei confronti della Regione, e non continuare una “guerra tra poveri” che non avrà alcun effetto se non quello di penalizzare sia i lavoratori del Consorzio della Bonifica Reatina sia le organizzazioni agricole perché il vero problema da cui scaturisce la difficoltà nell’inserire personale va ricercato nella mancata erogazione da parte della Regione Lazio dei fondi relativi alle convenzioni ed ai lavori già svolti pari nel primo caso a 550mila euro e nel secondo ad oltre 2 milioni e 300mila euro”.
E’ quanto dichiarato oggi dal presidente del Consorzio della Bonifica Reatina, Primo Marcelletti, nel corso di una conferenza stampa convocata per fare chiarezza sulla posizione dell’Amministrazione dell’Ente in merito alle motivazioni che hanno indotto le confederazioni sindacali rappresentanti dei lavoratori del Consorzio medesimo a dichiarare lo stato di agitazione che è sfociato nello sciopero del 5 luglio scorso.
Marcelletti, affiancato dal direttore del Consorzio, Marcello Iacuitto, e dal vicepresidente dell’Ente, Luigi Prezioso Simonetti, ha ricordato come attualmente il Consorzio si regga esclusivamente sui contributi versati dai circa 8400 consorziati, che sono pari annualmente a 500mila euro, “mentre abbiamo già svolto lavori per conto della Regione, in molti casi già anticipati di tasca nostra prendendo prestiti in banca, pari a 2miloni e 300 mila euro, senza contare la mancata firma delle convenzioni con la Provincia, ente delegato dalla Regione, che ci impedisce di incassare una somma considerevole, pari a 550mila euro, ed ai tagli operati dalla Regione sui contributi relativi alle opere pubbliche di bonifica, passati da 60-70mila euro a soli 6mila euro”.
“Per questo – ha proseguito – non ha senso che i sindacati, a fronte di una così marcata carenza di erogazioni regionali ed al documento unitario firmato tra organizzazioni sindacali, organizzazioni professionali agricole e vicepresidente della Provincia il 25 maggio 2011 che ha portato a sollecitare i rappresentanti regionali eletti nel Reatino, continuino ad insistere per inserire nuovo personale chiedendo, senza che dalla Regione si sia mosso nulla, che si passi da 7 operai assunti per 4 mesi a 10 operai per 6 mesi, o che contestino l’affidamento lavori alle aziende agricole consorziate in che noi effettuiamo in base ad una legge dello Stato, la “Legge di orientamento in agricoltura”, tramite una regolare gara pubblica al massimo ribasso che noi effettuiamo sulle imprese agricole che hanno chiesto di essere inserite nell’albo consortile”. “Tra l’altro – ha precisato – il Consorzio per l’anno 2011 non ha ancora provveduto ad appaltare lavori di manutenzione agli imprenditori agricoli che in ogni caso hanno eguale diritto e dignità rispetto ai lavoratori dipendenti”.
“Quanto poi al mancato utilizzo dei mezzi consorziali e all’organizzazione dei lavoratori dipendenti – ha aggiunto – il Consorzio non può non evidenziare che il sottoutilizzo dei mezzi è legato alla minore attività di bonifica dovuta alla già rappresentata carenza di erogazioni regionali. Prima di discutere di organizzazione del lavoro sarebbe opportuno che tutti facessero un sincero esame di coscienza sulla propria produttività, impegno e dedizione al lavoro”.
“Inaccettabili poi – ha concluso – le affermazioni diffuse da alcuni organi di stampa il 7 luglio e cioè che “il Consorzio è più legato agli interessi particolari che a quelli generali”, ovvero l’idea di “un Consorzio simile ad un comitato d’affari che con i soldi di tanti lavora a favore di pochi”, ed a questo proposito ricordo che, eccetto Presidente e Vicepresidente, i consiglieri del Cda del consorzio non percepiscono alcun gettone di presenza”.
Da qui l’invito quindi, “a riprendere un dialogo finalizzato ad agire con forza nei confronti della Regione evitando strumentalizzazioni a vantaggio di tutti”.