Confcommercio Lazio Nord, tacciata di essere un’associazione contraria ad ogni sviluppo della città, ribadisce che è da sempre favorevole ad una riqualificazione delle ex aree industriali (zuccherificio, viscosa, montecatini) ma precisa che un ulteriore incremento della grande distribuzione non genera un aumento diffuso di ricchezza e di occupazione, bensì una progressiva ed inesorabile chiusura degli esercizi di vicinato in tutta la città e nei Comuni limitrofi.
In base ad un’analisi del centro studi Confcommercio sul commercio nelle città pubblicata nel 2018 emerge che nella città di Rieti nel 2008 erano attivi 600 esercizi di commercio al dettaglio; nel 2016 502; nel 2018 484. Riportiamo di seguito un riassunto dell’analisi IAL-CISL “l’Evoluzione del terziario nel Lazio” pubblicata a novembre 2017:
“se il dato regionale mostra segnali negativi, soprattutto per quanto riguarda il commercio, scendendo al livello provinciale tali segnali assumono livelli emergenziali nel reatino…”
“se il saldo sulla nati mortalità di impresa evidenzia chiaramente una profonda difficoltà del settore commercio, quando si passa ad esaminare i dati dei livelli occupazionali, il quadro assume un aspetto ancora più drammatico per quanto riguarda gli addetti alle imprese della provincia di Rieti” . Nel settore commercio in Provincia di Rieti nel 2011 erano 5245 mentre nel 2014 diventano 4419 con una variazione negativa del 15,7%.
Poniamo l’attenzione sull’incidenza della GDO (grande distribuzione organizzata) nella nostra Provincia.
Al 31.12.2017 i dati (rapporto sul sistema distributivo MISE) sono i seguenti:
in Italia la superficie in metri quadrati della GDO ogni mille abitanti era di 408,2;
nel Lazio era di mq 236,9;
a Rieti era di 880 mq ossia un valore superiore di quattro volte la media regionale e di oltre due volte la media nazionale.
Una riflessione sull’andamento demografico: al 31.12.2017 la popolazione residente in Provincia di Rieti era di 156.554 in costante flessione dal 2014 (-0,43 rispetto al 2013), 2015 (-0,32), 2016 (-0,66), 2017 (-0,55).
I dati elencati rafforzano la nostra convinzione che per una provincia a vocazione turistica come ambisce essere la nostra, i centri storici sono tradizionalmente i poli di attrazione, che in assenza dei negozi perdono buona parte del suo interesse.
Se essere considerati una lobby, come ci ha definito l’assessore Emili, significa salvaguardare il commercio di vicinato e l’attrattività turistica dei centri storici, la Confcommercio si vanta di esserlo.
Confcommercio Lazio Nord