Dopo i 250 lavoratori precari mandati a casa lo scorso giugno dall’amministrazione Petrangeli, è giunta l’ora delle Borse Lavoro. Per circa 60 persone/famiglie, infatti, il Comune ha deciso che il prossimo primo marzo il tempo sarà scaduto.
Questa decisione, probabilmente, è stata presa in piena sintonia col dettato normativo che individua nel contratto di borsa lavoro una forma temporanea di sussidio economico in grado di favorire il reinserimento lavorativo.
Pur riconoscendo le sempre più stringenti disposizioni legislative in merito all’utilizzo da parte degli Enti Pubblici di forme di lavoro atipico, mi sembra evidente la scelta politica di questa amministrazione che non tiene in alcuna considerazione l’estrema difficoltà per tali lavoratori, già gravati da particolari condizioni personali, di un reale reinserimento lavorativo attesa l’oggettiva crisi occupazionale della nostra città, né le conseguenze facilmente intuibili sul piano delle tensioni sociali.
È certamente facile per la politica operare scelte impopolari quando alla base ci sono da un lato le disposizioni di legge vigenti e dall’altro un disavanzo di bilancio creato da altri. Le argomentazioni terminerebbero qui se, in questi mesi, non fossero stati usati due pesi e due misure. Mi riferisco, nello specifico, al fatto che, nonostante si continui a gridare al dissesto finanziario, sono stati trovati sia la formula magica sia i denari per assumere tre nuovi dirigenti, senza tener conto dello sforamento della spesa di personale sostenuta nell’anno 2011 rispetto al 2010 che comporta, come certificato nella Relazione 2011 dei Revisori dei Conti, “la sanzione prevista dalla norma che impone l’assoluto divieto di assunzione a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale (anche con contratti di servizio elusivi) nell’anno seguente lo sforamento”.
Ed ancora, mi riferisco alle consulenze legali affidate a professionisti esterni, ovvero ai 160.000 euro appena sfornati con la Delibera n.25 del 24 gennaio scorso, stanziati nel redigendo bilancio 2013, con cui si finanzieranno eventi quali il Rieti Danza Festival, il Carnevale del Centro Italia, lo stand espositivo Danza in Fiera e la stampa di 10.000 copie di un volume sulla promozione turistica del territorio “in quanto trattasi di spese inderogabili e necessarie”!
E allora, di fronte a queste scelte cosa dire?
Bene la qualificazione del personale in forza al Comune di Rieti attraverso l’assunzione di tre nuovi dirigenti (al riguardo, non si capisce però perché per un solo Settore si è deciso di valorizzare le risorse interne!), molto bene l’operato dell’Assessore Di Paolo che giustamente e tenacemente difende ciò che ritiene indispensabile ai fini della promozione culturale e turistica per rilanciare il volano della crescita.
Male, molto male, che non siano state trovate altrettante soluzioni innovative, nelle pieghe di una situazione oggettivamente complessa che sta vivendo l’Ente, per rinnovare una speranza di vita a chi ha comunque dedicato tanti anni della propria esistenza al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Caro Sindaco e cari Assessori, confido che non liquiderete le Borse Lavoro come una scomoda pratica da archiviare nel cassetto dell’indifferenza.