Si può far morire un territorio togliendo uffici, enti, e soprattutto togliendoci la dignità? Vogliono declassare un ospedale che ha tanti reparti di eccellenza.
Rieti non sarà più un capoluogo di provincia degno di questo nome senza un ospedale all’avanguardia, senza apparecchiature adeguate, senza medici preparati, senza fondi per il personale, per il potenziamento.
Non possiamo più essere presi in giro, siamo i malati della provincia, siamo cittadini e siamo stanchi di essere calpestati. paghiamo tasse salatissime per la sanità, non ci devono regalare nulla, noi paghiamo ogni giorno i servizi, le cure, le terapie di cui abbiamo bisogno.
Il nuovo direttore generale Gianani appena arrivato aveva promesso che l’ospedale di Rieti sarebbe stato potenziato, aveva dichiarato che dopo la chiusura della struttura di Magliano, il San Camillo de Lellis sarebbe stato migliorato, con arrivo di fondi per il personale, per le apparecchiature, per la qualita’ del servizio.
Invece non accade nulla, anzi il non fare equivale a far morire, l’emodinamica deve essere operativa 24 ore per essere chiamata tale l’oncologia, la radioterapia vincitrice di premi di eccellenza, necessita del secondo accelleratore lineare e di personale altrimenti le file di attesa fanno fuggire le persone, quelli che possono naturalmente, chi non può rinuncia a curarsi, i macchinari devono essere sostituiti e aumentati per far fronte alle esigenze territoriali, altrimenti tutti scappano ad iniziare dai malati, e dai medici bravi, poi non ci vengano a dire che non abbiamo i numeri per far parte della rete oncologica o essere un’ospedale di II° livello.
E’ stata realizzata in modo straordinario, una casa di accoglienza per malati oncologici dall’associazione di volontari dell’Alcli perchè l’ospedale provinciale stava diventando in questi anni un punto di riferimento per la lotta ai tumori, una vera task force per i malati oncologici, con apperecchiature all’avanguardia e personale medico invidiatoci dal resto del paese. l’oncologia e la radioterapia a Rieti hanno accolto in questi anni tanti malati provenienti da tutta Italia.
E’ per questo che è nata la casa di accoglienza per accogliere malati che fino a questo momento venivano a Rieti per curarsi in modo eccellente. il nostro ospedale era e speriamo sia ancora per molti reparti una struttura d’eccellenza.
Come far morire un ospedale?
Non dare linee guida precise, non fare un piano strutturale, non avere progettualità, non avere programmazione adeguata, non garantire i servizi.
I malati vanno fuori in altre strutture, i medici bravi chiedono il trasferimento… e pian piano come un stillicido l’ospedale di un capoluogo di provincia, lo declassano…lo depauperano…nell’indifferenza generale…..creano disservizi e boicottano la funzionalità e l’efficenza per giustificare gli inciuci politici.
Adesso basta!
Non permetteremo a nessuno di trasformare il nostro ospedale, in un mediocre presidio ospedaliero di un paesotto. qui si combatte ogni giorno per la vita e a Rieti ci sono tantissimi malati che quotidianamente hanno bisogno di controlli, terapie, cure, interventi in una struttura facilmente raggiungibile e all’avanguardia.avere una struttura nella propria città significa difendere la qualità di vita, perché pochissimi di noi hanno la possibilità materiale, organizzativa ed emotiva per spostarsi e fare i viaggi della speranza.
Non possiamo nel nostro fragile stato emotivo sentire che qualcuno sta giocando con la nostra vita, dichiarando ai giornali di chiudere questa o quella struttura senza minimamente accorgersi che un ospedale per molti è un luogo dove si decide la vita e la morte.