“Sono a rappresentare la profonda indignazione da parte della popolazione Collaltese in riferimento a quanto messo in onda su tv La7 riguardo al mio paese nativo, Collalto Sabino.
400 anime di lavoratori, gente che si è sempre prodigata per il bene del paese, persone che lasciano ancora le chiavi alla porta di casa per accogliere qualcuno. Gente umile la mia.
Con i risparmi hanno pagato le tasse, hanno mandato i figli alle università, hanno tenuto aperte attività commerciali per il bene della comunità e non di certo per l’esiguo guadagno.
Collalto è fatto da gente che conosce il senso profondo della parola sacrificio e dell’onestà. Proprio per questo, quando senti parole pungenti, concetti detti con superficialità e senza il giusto peso così a marchiare una popolazione di “evasori” senza troppi scrupoli, ti indigni e ti dispiaci irreparabilmente perchè conosci la storia della tua gente e i sacrifici di chi c’ è stato prima di te.
Collalto è un paese che ci crede ancora, dalla Pro loco con le sue manifestazioni, fino all’ultimo dei suoi abitanti, dal piccolo esercizio commerciale al più grande, con tutte le difficoltà note in un periodo di congiuntura economica.
Nonostante tutto siamo qui, con sacrificio dediti al lavoro e con l’attaccamento indissolubile che abbiamo con questa terra. Nessuno vuole rinnegare le proprie origini ed andare via o chiudere un’attività per il poco incasso neanche sufficiente per pagare l’energia elettrica, perchè vorrebbe dire negare alla comunità qualcosa di cui ha bisogno.
Tutti hanno bisogno del generi alimentari ancora aperti nel paese, dei ristoranti, dei bar, dell’albergo per ospitare qualcuno e il titolare di queste attività lo sa. E’ per questo che tutte le mattine, con tanti sacrifici, apre le porte alla gente.
Abbiamo bisogno di un campo da calcio per far giocare i nostri ragazzi. Un campo da calcio emblema del nostro passato e del futuro affinché i nostri figli non siano costretti a giocare per strada o in altri paesi.
Noi vogliamo tornare ad essere “la perla della Sabina” come ci definivano negli anni 60 e per far questo abbiamo bisogno di un’identità, del rispetto reciproco portato dalla gente e soprattutto da chi ci rappresenta, abbiamo bisogno di solidarietà. Siamo uno dei “borghi più belli d’Italia” e lo siamo diventati grazie a quello che i cittadini hanno saputo fare per Collalto.
Sono orgoglioso di essere nato in questo paese ma deluso di quello che sta accadendo. Ritorniamo tutti ad essere rispettosi l’un con l’altro e impariamo a voler bene alla nostra terra, rispettiamola, respiriamola e quando la infanghiamo, senza dargli peso, riflettiamo e rammarichiamoci perchè abbiamo commesso un grande errore.”
Alfredo Basili