COLDIRETTI RIETI PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE

Coldiretti

Coldiretti Rieti lo aveva annunciato: se non fossero arrivati IN TEMPI RAPIDI GLI ARRETRATI del risarcimento danni provocati dai cinghiali (da parte della Provincia) e se non si fosse intervenuti sul regolamento del Parco dei Monti della Laga, insomma in assenza di risposte concrete e tempestive, sarebbe intervenuta in maniera più incisiva.

E così, nella giornata di oggi (16 febbraio), la dirigenza ha proclamato LO STATO DI AGITAZIONE che, in assenza di prese di posizione, potrebbe portare ad una MANIFESTAZIONE, con cinghiali al seguito che potrebbero ‘far capolino in Piazza Vittorio Emanuele’ e nell’intero centro storico.

“La misura è colma – dichiarano Aldo Mattia, direttore Coldiretti Rieti e Lazio e Enzo Nesta, presidente Coldiretti Rieti – non possiamo più aspettare, va rivisto il regolamento del Parco relativo ai problemi agricoli e alla fauna selvatica e devono arrivare, in tempi rapidi, gli indennizzi dal 2006 in poi.
Per questa ragione chiediamo pubblicamente un incontro con Marcello Maranella, direttore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e con Oreste Pastorelli, assessore all’agricoltura della Provincia, con i quali intendiamo valutare eventuali provvedimenti da adottare per porre rimedio a tale situazione. Purtroppo a tante assicurazioni non sono ancora seguiti i fatti”.

Mattia e Nesta ricordano che l’agricoltura vive un momento di crisi, legato ai bassi prezzi della produzione, alle difficoltà imposte dal mercato, sia per i canali di commercializzazione sempre più difficili da raggiungere, sia per la scarsa informazione della provenienza del prodotto ai cittadini consumatori, che per gli alti costi di produzione e che nonostante le avversità elencate a Rieti rimane un’economia trainante, perché gli imprenditori continuano la loro attività con ingegno e passione.

“Non è però più accettabile che, ai problemi economici e finanziari, si affianchi una grande difficoltà a portare a termine colture o allevamenti. I cinghiali, ed anche i lupi dei paesi montani, stanno devastando colture e bestiame, senza l’erogazione degli indennizzi, solamente promessi, ed una politica seria di contenimento delle presenze, diventa difficile sostenere il comparto“.