Una rappresentanza dei giovani di Coldiretti Lazio, provenienti da tutta la regione, oggi hanno partecipato con le loro storie legate all’agricoltura sociale, alla festa di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, con asini, cavalli, mucche, pecore e conigli, portati a San Pietro da Coldiretti insieme all’Aia, l’Associazione Italiana Allevatori, per la tradizionale benedizione.
Uno straordinario patrimonio della Fattoria Lazio in termini economici e ambientali, con oltre 270 mila mucche e bufale, oltre 700 mila pecore e capre, più di 51 mila maiali, ma anche 49 mila conigli, oltre a 50 mila tra cavalli e asini, alcuni dei quali presenti nella fattoria allestita in piazza Papa Pio XII da Coldiretti e Aia, che hanno portato alcuni esemplari espressione della biodiversità: dalla capra girgentana, dalle caratteristiche corna attorcigliate al cavallo romano, dalla mucca Pezzata rossa italiana che produce il latte per formaggi Dop come il montasio all’asino dell’Amiata, fino a diverse varietà di conigli e galline. I giovani della Coldiretti hanno portato dei cesti con i prodotti ottenuti grazie al coinvolgimento nelle fattorie delle categorie più deboli.
Un fenomeno, quello delle fattorie sociali, in crescita nel Lazio del 30% solo negli ultimi tre anni con oltre 120 realtà di cui più di 60 a Roma, mentre sono più di 110 le fattorie didattiche. Il loro obiettivo è quello di supportare le famiglie in difficoltà e le categorie più vulnerabili della popolazione, rafforzando il welfare pubblico, secondo le stime di Campagna Amica. Servizi che comprendono il supporto a disabili motori e cognitivi, persone con autismo, detenuti ed ex detenuti, minori in difficoltà o con problemi di apprendimento, donne vittime di abusi, anziani, individui con difficoltà relazionali o dipendenze, disoccupati e migranti.
Tra i giovani del Lazio, guidati dalla delegata regionale Camilla Petrucci, anche Marta Michetti de “La Nuova Arca”, un’impresa di Roma che si occupa di agricoltura biologica e sociale, accoglienza e reinserimento sociale e lavorativo di persone socialmente fragili e in particolare mamme sole con bambini, ragazzi migranti e rifugiati e persone con disabilità.
““Il ruolo dell’agricoltura sociale messo in atto dalle imprese agricole – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – è significativo e contribuisce a far fronte alla crescente richiesta di bisogni sociali sempre più articolati. Le nostre aziende sono portatrici di valori di solidarietà, e al contempo, con capacità operative di tipo manageriale, tali da dare un contributo rilevante anche nel settore della protezione sociale. Allo stesso tempo sono importanti le fattorie didattiche. L’interazione con gli animali è uno degli aspetti più importanti del welfare rurale, un approccio innovativo che unisce l’agricoltura alle pratiche sociali, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale, il benessere e lo sviluppo sostenibile”.
Il lavoro delle oltre 110 fattorie didattiche offre ai bambini l’opportunità di entrare in contatto con diversi animali, imparando a rispettarli e a prendersi cura di loro. Queste esperienze favoriscono lo sviluppo di competenze sociali, cognitive ed emotive. Assieme alla attività prettamente terapeutiche, gli allevamenti rappresentano anche un’opportunità di integrazione nella comunità di individui a rischio di esclusione, che vengono coinvolti attivamente in progetti agricoli in cui apprendono competenze pratiche e sociali che possono facilitare il loro inserimento occupazionale. Così il lavoro in ambito agricolo diventa uno spazio di socializzazione che favorisce il benessere psicologico e riduce l’isolamento sociale.
L’interazione con gli animali, in particolare, può portare a numerosi benefici, sia a livello fisico che psicologico. Un esempio sono le attività di pet therapy che aiutano a ridurre lo stress, l’ansia e la depressione. È particolarmente indicata per persone con disabilità, anziani e bambini con bisogni speciali. Anche qui si va dal contatto, alla cura fino ad arrivare alla realizzazione di percorsi da eseguire con l’animale.
L’ippoterapia può migliorare l’equilibrio, la coordinazione e la forza muscolare. Inoltre, il legame con questi animali favorisce lo sviluppo dell’autostima e delle capacità relazionali. Queste attività vanno dal semplice contatto, alla cura dell’animale fino alla realizzazione di passeggiate a dorso di cavallo o pony e corsi di ippica. Negli ultimi anni – spiega Coldiretti – è stata riscoperta anche l’onoterapia, le attività con gli asini, che aiutano a stimolare il movimento e la comunicazione con il resto del mondo e diventano così parte integrante di un percorso curativo.