Il Comitato reatino Itaca è Possibile anche oggi organizza un banchetto per la raccolta referendaria. Pippo Civati sarà con noi dalle 15.30 alle 16.30 per la raccolta firme che si terrà al Ponte Romano nei pressi di piazza Cavour. Sono rimasti pochi giorni e l’obiettivo è più che raggiungibile: 500.000 firme per permettere 8 referendum su scuola, lavoro, ambiente e legge elettorale.
Quando abbiamo iniziato la raccolta, noi aderenti al movimento Itaca, avevamo ipotizzato la meta massima delle 1.000 firme per ogni proposta. Cioè 8.000 in tutto. Tantissime pensavamo; un azzardo, forse, in un comune piccolo come quello di Rieti. Credevamo fosse un dato irraggiungibile per un movimento appena nato, soprattutto considerando il silenzio generale registrato sui temi proposti nel selettivo dibattito nazionale, e il poco tempo a disposizione.
Oggi possiamo invece ipotizzare non solo di raggiungere le 8.000 firme complessive per le otto proposte, ma addirittura di spostare la meta più il là.
Cosa è successo? Perchè tante adesioni e tante firme? A questa domanda abbiamo una sola risposta: la voglia e la richiesta di partecipazione che serpeggia inascoltata tra i cittadini, su temi di rilievo o meno, è enorme; sbaglia chi crede di arginare tale spinta in spazi riservati al solo confronto istituzionale riservando agli elettori la possibilità di espressione al solo momento elettorale.
Per noi il successo è dovuto a ciò e il tam tam che siamo riusciti ad attivare, il passaparola che ha permesso di far transitare l’idea che un’alternativa è sempre e comunque “possibile”, è la conseguenza e il sintomo di questa voglia o necessità di farsi ascoltare che provano oggi più o meno tutti.
Nonostante la distanza della maggior parte della classe dirigente dei partiti, non possiamo che registrare che le proposte transitano e raccolgono consenso. E’ bastato un neonato gruppo di giovani entusiasti del futuro, a dispetto di chi cinicamente o pigramente piega verso la rinuncia, a permettere il successo di questa iniziativa finalizzata alla raccolta firme, nata un po’ in sordina e se possibile anche oscurata. Un gruppo di amici che fanno tenerezza, come ha provato beffardamente a definirci qualcuno, che piano piano però è cresciuto e si è raccolto intorno all’idea di cambiare il corso delle cose partendo dal basso, dai banchetti, dal parlare una lingua comune nei luoghi aperti anche della città di Rieti.
Una cosa ricorderemo di questa esperienza referendaria: l’atmosfera di entusiasmo e di speranza che ha percorso ognuno di noi; una sensazione che ci ha travolto e che ci fa ben sperare. Ora mancano pochi giorni e, a livello nazionale, siamo vicini alle 500.000 firme. Tutti insieme ce la possiamo fare.