Cittadinanzattiva: “Servizi sociali paralizzati. Cittadini chiedono trasparenza”

“Con una lettera appello indirizzata alle Istituzioni Pubbliche (Sindaco Comune Rieti, Assessore Servizi Sociali, Distretto Socio Sanitario RI 1, Presidente Consorzio Sociale RI 1, Commissione politiche Sociali Comune Rieti, Direzione Generale ASL Rieti, Prefetto di Rieti, Presidente Regione Lazio, Giunta Regionale Regione Lazio, Commissione Politiche Sociali Regione Lazio, Gruppi Consiglio Regionale Lazio), Cittadinanzattiva Rieti, nel denunziare il grave stato di paralisi degli interventi sociali e socio sanitari reatini, chiede il rispetto delle norme di Legge che regolano le politiche sociali in Italia e nel Lazio.

Da quando è in vigore la Legge 328/2000, infatti, i Piani di zona del Distretto Socio Sanitario RI 1 sono sempre stati approntati a porte chiuse dagli “uffici competenti” e presentati alle parti sociali con la premessa “…non ci sono soldi per fare di più…; …questo è il Piano di Zona, “. Una prassi che ha impedito la partecipazione democratica dei cittadini all’elaborazione dei Piani Sociali di Zona, relegandole forzatamente in un ruolo passivo, solo per prendere atto di quanto già deciso e spacciando la mera presenza per “consenso” ai Piani da presentare in Regione. Ciò, anche in occasione dell’ultimo Piano Sociale di Zona e, ancora prima, con la Giunta Petrangeli, per la discussa istituzione del “Consorzio Sociale”.

Il risultato, oggi, è sotto gli occhi di tutti, con la paralisi degli interventi sociali e socio sanitari, l’inefficienza dei Servizi, l’assenza di trasparenza e democraticità della gestione, in spregio all’obbligo di legge previsto dalla L.328/2000 e dalla recente L.R.Lazio 11/2016, dove, all’art.41, prevede l’interazione dei Comuni interessati al Piano Sociale di Zona con le Associazioni locali e gli altri Attori sociali.

Mentre, il 25 Giugno scorso, le Associazioni e i Cittadini invitati per il Piano di Zona del D.S.S. Rieti 1 2017/2019, appresero che erano stati invitati all’incontro con il “Consorzio Sociale Rieti 1”, a “prendere atto” che lo stesso era già stato presentato in Regione da oltre 10 giorni, e che, ad economie finite, “…non si poteva fare di meglio… ma che, in ogni caso, le singole Associazioni avrebbero potuto “contattare le assistenti sociali” per richieste e proposte che sarebbero state valutate in seguito. Una modalità che ha sinora ostacolato la partecipazione attiva dei Cittadini nelle fasi di progettazione e programmazione della rete integrata dei Servizi sociali e sanitari, tenendoli all’oscuro della realtà e escludendoli dalla possibilità di proporre modalità alternative che potrebbero portare ad una maggiore razionalizzazione, efficienza, efficacia ed economicità dei Servizi resi.

Ci chiediamo così, ad esempio, se la presenza delle Organizzazioni Civiche nell’elaborazione dei Piani di Zona Socio Sanitari, avrebbe potuto anticipare di ben 6 anni la nascita del P.U.A a Rieti, salvando il finanziamento, poi negato, dalla Regione perché stornato su altri obiettivi.

Pertanto, CITTADINANZATTIVA Rieti chiede:

– L’immediata e formale istituzione dei gruppi di lavoro congiunti (Comuni, Consorzio Sociale RI 1, ASL di Rieti, Associazioni, OO. Sindacali e Cittadini) a norma dell’Art. 41 delle Legge regionale del Lazio 11/2016, a partire da un gruppo di lavoro sul Punto Unico di Accesso che veda impegnati contestualmente i vari “Attori” Istituzionali e Sociali;

– Un’inchiesta sul reale utilizzo dei fondi dedicati ai Piani di Zona ed alle Politiche sociali dei Comuni interessati;

– Una verifica sulla democraticità ed il funzionamento dei P. di Z. nel rispetto delle Leggi vigenti.

Con questo, CITTADINANZATTIVA Rieti ritiene che l’attivazione degli Istituti di Partecipazione Democratica non può essere ritenuta una “cortese concessione” delle Amministrazioni, ma un dovere nel rispetto delle Leggi dello Stato e nell’interesse della Collettività.”

Per Cittadinanzattiva Rieti
Il Coordinatore di Assemblea Antonio Ferraro