“Apprendiamo dagli organi di informazione locali e soltanto da loro, della presentazione dell’Atto aziendale Asl alle organizzazioni sindacali di categoria e dell’apertura, manifestata da parte di quest’ultimi, alle modifiche apportate dalla dirigenza, rispetto alla precedente bozza.
Evitando di entrare nel merito sul giudizio fornito, ciò che stupisce, ancora una volta, è il mancato coinvolgimento delle organizzazioni confederali su un così importante documento, che andrà ad incidere, non soltanto sulla dotazione organica, ma anche su beni e servizi che coinvolgono migliaia di cittadini.
Nel mese di giugno, avevamo già denunciato tale comportamento dell’Azienda nei confronti di Cgil, Cisl e Uil confederali e del ruolo che le stesse rappresentano. Come non ricordare la vicenda relativa al blocco della piastra ambulatoriale e della degenza infermieristica del presidio ospedaliero Marzio Marini di Magliano, decisa senza alcuna vera concertazione. E quella inerente la stesura stessa dell’Atto (prima bozza), non rispondente alle linee guida regionali. Decisioni su cui l’Azienda, alla fine, sembra aver cambiato rotta, proprio come auspicato sin dall’inizio da Cgil, Cisl e Uil, certi che l’Atto, così come era stato delineato inizialmente, non era rispondente ai livelli minimi di assistenza, alle esigenze dell’Azienda e alle necessità di razionalizzazione richieste dalla Regione.
In questi mesi, numerosi ed eloquenti sono stati i segnali inviati all’Azienda per l’apertura di un confronto costruttivo. Ciò nonostante, Cgil, Cisl e Uil sono state, di fatto, marginalizzate, fino alla giornata di ieri, quando la direzione generale ai confederali ha preferito nuovamente le categorie.
A fronte di quanto accaduto, non potendo esprimere un giudizio su un Atto che non conosciamo (ma che sembra contemplare un numero abnorme di unità operative complesse, semplici e semplici dipartimentali, contravvenendo così alle linee guida della Regione Lazio), chiediamo alla struttura commissariale dell’Ente di vigilare, esaminandolo con particolare attenzione prima dell’approvazione finale.
Tornando alla rappresentatività del sindacato, fermo restando quanto previsto dalle normative vigenti in merito alla informativa e/o concertazione, che parla di sindacati più rappresentativi non specificando se di categoria o confederali, è ormai prassi ricorrente, tenuto conto che le ricadute dell’Atto Aziendale investono la totalità dei cittadini e non soltanto gli operatori della Asl, che l’informazione e la concertazione avvengano con i sindacati confederali in primis e con le categorie.
Un soggetto, il sindacato confederale, che in qualsiasi realtà regionale o territoriale, là dove c’è un minimo di vera concertazione, viene chiamato ad esprimersi, soprattutto quando si trattano temi importanti e delicati come il diritto alla salute, che coinvolge tutti i cittadini.
A proposito di cittadini, ci risulta che proprio questo pomeriggio la direzione generale incontrerà alcuni rappresentanti della Conferenza provinciale dei sindaci. Ci chiediamo, vista la situazione in cui versa la sanità nella provincia di Rieti e l’importanza che il documento riveste per il futuro della stessa, se, viceversa, non era il caso di convocare la Conferenza provinciale dei sindaci, magari in seduta straordinaria e aperta all’ascolto di tutti. Non averlo proposto, ci spinge a pensare che per la politica locale si tratti dell’ennesima occasione persa”.