“Prendiamo spunto dalla richiesta di incontro che l’avv. Selmi Luciana, commissario Regionale al Consorzio di Bonifica Lazio Nord, (Rieti-Val di Paglia) ha rivolto al Prefetto di Rieti, per raccontare una storiella molto conosciuta negli ambienti del Consorzio di Rieti.
Nel lontano 1987 la Regione Lazio per far fronte ad una situazione fuori controllo nel Consorzio della Bonifica di Rieti, con un miliardo e mezzo di vecchie lire di buco, nominò un commissario ad acta. Il Commissario era Raimondo Besson, e quando arrivò trovò un Consorzio senza operai, senza macchine, senza un bel niente, ma con tanti appalti esterni, per cui il debito (pubblico) era servito a finanziare aziende ed imprese private, a cominciare da quelle degli stessi consorziati, (latifondisti) che con una mano davano pagando le rette consortili e con l’altra ricevevano, sia in termini di servizi e irrigazione, sia come affidamenti di appalti per la manutenzione dei canali, chi guadagnando, chi andando pari… nessuno rimettendoci.
Le prime cose che fece il commissario fu assumere operai ed acquistare mezzi: trattori, macchine trincia, camion e nel 1997, dieci anni dopo, quando lasciò, il sistema era tornato a girare in un modo semplicemente più logico e corretto. Nel frattempo (e dopo) ci sono stati diversi tentativi della Regione Lazio di riformare il sistema, attraverso leggi regionali e dichiarazioni di intenti e volontà, e sempre nel frattempo, a causa delle scelte mancate, lo Stato è arretrato sempre più dalla difesa del suolo senza affrontare il tema vero della riforma, chi e con quali soldi deve provvedere a far si che il territorio, non frani, non smotti, non venga inquinato, non allaghi, non faccia vittime.
Quando la Regione Lazio si è decisa a (Rieti) commissariare, il debito consolidato dei Consorzi della Bonifica del Lazio accumulato negli anni dalle gestioni ordinarie ammontava ad alcune decine di milioni di euro, (quello di Rieti ammontava a 1.300 euro e per chi non lo sapesse a decidere gli assetti del governo dei consorzi sono le associazioni degli agricoltori, a loro volta pesantemente condizionate dai latifondisti), dimenticandosi tuttavia che i bilanci (e il debito) erano stati validati, oltreché dai revisori contabili interni alle amministrazioni consortili, anche dalla stessa Regione Lazio.
Mentre alla necessaria riforma strutturale del sistema veniva fatta imboccare la via senza uscita del calderone degli enti inutili da riformare, accorpare, sopprimere, e senza che nessuno sembrava accorgersi che non ci stavamo occupando più della difesa del suolo e del sistema idrogeologico. Oggi il Consorzio Rieti – Val di Paglia Superiore, ha i conti in ordine, e questo è sicuramente dovuto alle scelte dell’ultima amministrazione ordinaria e al proseguimento di detta azione da parte del Commissario della Regione, la Selmi appunto, ma questo è anche il risultato di licenziamenti e di scelte dolorose per i lavoratori, e i risultati fin qui ottenuti non vanno dispersi né vanificati, e quindi condividiamo appieno la proposta Selmi a candidare il Consorzio della Bonifica a Ente impiegato nella difesa del suolo, la qual cosa è da diversi anni anche l’idea della Cgil e della Flai Cgil di Rieti, idea ripetutamente manifestata negli appuntamenti pubblici e sulla stampa locale, ma cerchiamo di capirci.
Noi pensiamo ad un sistema consortile allargato a tutto il territorio della provincia, ad un
coinvolgimento dei comuni e delle amministrazioni periferiche nel sistema consortile, con un coinvolgimento della pubblica amministrazione locale nelle scelte e nelle esigenze di intervento, ad un sistema di finanziamento vincolato per la realizzazione delle opere di manutenzione e di investimento a carico dei fondi regionali ed europei che veda nel Consorzio della Bonifica l’impresa in grado di progettare e realizzare le opere, fare manutenzione, il tramite, il mezzo può agevolmente essere quello dei bandi PSR, o PSL o etc. opportunamente costruiti.
Una riforma organica del sistema passa di qui, con una riforma strutturale della governance del territorio, con il buon senso, con la necessità di ordine, con il tacitamento delle lobby, ed in un corretto funzionamento della etica pubblica, prendendo di petto i vizi della italietta che ha fatto troppo spesso capo al bancomat dei Consorzi della Bonifica.
Lo abbiamo già detto, assolutamente inascoltati, già una decina di anni fa, lo riproponiamo adesso, come uomini di buona volontà, sperando di contribuire ad innescare una discussione.”
Flai Cgil e Cgil Rieti Roma EVA
Polidori- Filippi