“APS sbatte la porta in faccia ai lavoratori di AeA che adesso rischiano concretamente il licenziamento. La posizione di Acqua Pubblica Sabina è contenuta nel verbale redatto al termine della riunione all’ispettorato del lavoro di Rieti, convocata proprio per affrontare le criticità dei lavoratori che a Rieti hanno gestito per anni il funzionamento degli impianti di depurazione delle acque, prima che questo servizio passasse per obbligo di legge ad APS.
I vertici di APS non si sono neppure presentati all’incontro – spiegano Claudio Coltella (CGIL), Carlo Costantini e Paolo Bianchetti (CISL) e Alberto Paolucci (UIL) – ma hanno affidato a una fredda memoria scritta la posizione dell’azienda, secondo la quale non esisterebbe alcun obbligo di assunzione del personale in questione, appigliandosi a una norma regionale del 1998, che il tribunale deciderà se essere più adeguata del testo unico ambientale del 2006, ma che comunque mette a rischio il futuro di una decina di famiglie.
L’impressione sempre più fondata – concludono i sindacati – è che Acqua Pubblica Sabina stia giocando con il futuro lavorativo di tante persone, sia dei dipendenti attuali sia di quelli che si rifiuta di assumere come invece sarebbe obbligata a fare.
Si cerca di gestire una società considerando il lavoratore solo un numero invece di una risorsa dell’azienda e del territorio tutto, per questo richiamiamo con forza e determinazione APS ai suoi doveri e agli obblighi di legge, e quindi nello specifico al riassorbimento dei lavoratori di AeA. Questo territorio, già martoriato da crisi aziendali, non può permettersi che per errata valutazione o superficialità lasci senza occupazione decine di lavoratori”.
È quanto si legge in una nota congiunta di CGIL, CISL e UIL.