In un’Aula Consiliare del Comune di Rieti gremita in ogni ordine di posto, venerdì pomeriggio 19 aprile, sono stati celebrati i 40 anni dell’Associazione Culturale Domenico Petrini. Ad aprire i lavori Alfredo Pasquetti, direttore Archivio di Stato di Rieti, che si è complimentato con l’Associazione con la quale l’Ente collabora da molti anni. Lo stesso Pasquetti ha anche introdotto la presentazione del libro “Alle porte del Mezzogiorno” di Roberto Marinelli. Al tavolo del convegno presenti anche Daniela Acuti, presidentessa Associazione Culturale Domenico Petrini, Nunzio Ruggero docente di Letteratura Italiana all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e Oreste Trabucco docente di Storia della Folosofia Università degli Studi di Bergamo. L’assessore alla Cultura del Comune di Rieti, Letizia Rosati, ha portato i saluti istituzionali.
L’Associazione Domenico Petrini nacque in concomitanza con l’organizzazione delle celebrazioni per Domenico Petrini, culminate con il convegno nazionale tenuto a Rieti dal 15 al 17 aprile del 1983, organizzato dal Comune di Rieti, dall’Università degli studi dell’Aquila e dall’Archivio di Stato. L’Associazione fu tenuta a battesimo da Salvatore Valitutti (1907–1992) rettore dell’Università per stranieri di Perugia, deputato e senatore della Repubblica, ministro dell’istruzione e del merito (1979-1980).
“In occasione dei quaranta anni dell’Associazione – spiega la presidentessa Daniela Acuti – è sembrato doveroso tornare sull’opera di Domenico Petrini, “Meteora incandescente” della cultura nazionale degli anni Venti del Novecento, nei campi della linguistica, della critica letteraria, della storia sociale, della religiosità, dell’arte, della filosofia, della politica, del giornalismo, dell’editoria. Una figura che ancora necessita di ulteriori studi puntuali; e non poteva essere che Roberto Marinelli a delinearne un quadro completo, quale profondo conoscitore dell’argomento, tra i promotori del convegno petriniano del 1983; alla luce dei suoi studi e della documentazione da lui raccolta, e conservata all’Archivio di Stato di Rieti. «I piedi nel borgo la testa nel mondo», così Alberto Mario Cirese stigmatizzò la figura di Petrini, al convegno del 1983, sottolineando il senso e il valore della sua proposta intellettuale e della cultura di provincia, senza localismi, che si radica nel luogo natio, e si fa contesto alla corretta analisi e alle necessità più alte del sapere.È questo il motto adottato dall’associazione che porta il suo nome”.