Nella sala riunioni della Casa di Accoglienza, si è svolta l’11 novembre la terza Giornata Nazionale delle Cure Palliative organizzata dall’ALCLI, ASL e Hospice San Francesco con il patrocinio della Regione Lazio. L’obiettivo congiunto è quello di sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza delle Cure Palliative il cui scopo è il raggiungimento della miglior qualità di vita possibile per i pazienti e le loro famiglie. Durante l’incontro sono state presentate le buone pratiche messe in atto all’interno dell’Hospice San Francesco, presieduto dal Primario di Oncologia, dott.ssa Anna Ceribelli, che si conferma un luogo speciale in cui si applica una medicina olistica che prende in cura la persona e non solo la malattia, con particolare attenzione verso gli aspetti psicologici, sociali, spirituali, emozionali del paziente e della sua famiglia.
Dopo i saluti della Presidente dell’ALCLI Santina Proietti e del Vice Presidente Emilio Garofani, ha aperto i lavori la Dott.ssa Marianna Brollo con la sua relazione: “Novità Ponte Ospedale territorio e cure palliative nel concetto di rete” e a seguire l’intervento del Dott. Andrea Boncompagni che ha ringraziato i volontari dell’Hospice presenti e ha sottolineato l’importanza di lavorare in sinergia presentando la “Costituzione del PICC – Team ad integrazione dell’attività ospedaliera”. Ha chiuso gli interventi dedicati all’attività dell’Hospice la dott.ssa Maria Cristina Camisola che dopo aver ricordato l’importanza del volontariato per la società, ha presentato il secondo corso di formazione volontari in Hospice. Nella struttura si svolgono molte attività culturali, ricreative e anche artistiche seguendo la filosofia della fondatrice degli Hospice, Cicely Saunders. Faremo tutto il possibile non solo per aiutarti a morire in pace, ma anche a vivere, fino alla tua morte. Non aggiungeremo giorni alla vita ma vita ai giorni.
Il Vice Presidente Emilio Garofani, dopo aver ringraziato tutta l’equipe di medici che porta avanti il concetto innovativo ed umano delle cure palliative, ha chiamato per un saluto tutto il gruppo di volontari del primo corso di formazione che dopo un anno di servizio in Hospice hanno condiviso le loro emozioni e riflessioni, evidenziando che è stata un’esperienza che ha cambiato la loro vita, facendogli apprezzare il valore della normalità e delle piccole cose, che molti non possono fare più. In particolare hanno raccontato la loro esperienza le volontarie Mirella e Lidia che portavano una bambola Pigotta realizzata a mano, come promessa fatta ad una paziente che non c’è più.
“Occorre entrare in punta di piedi nel mondo delle cure palliative, ovvero nel mondo della sofferenza, del dolore. La nostra associazione da molti anni si occupa di questo tema e ci siamo impegnati anche per far diventare – Rieti, città del sollievo – in collaborazione con la Fondazione Gigi Ghirotti e un sinonimo di sollievo è proprio liberazione da una sofferenza e quando incontriamo la sofferenza, noi volontari, i medici, gli infermieri, dobbiamo saperci stare nella sofferenza dell’altro, per questo serve tanta formazione per tutti, per essere una presenza amorevole ed utile al malato e tutti dobbiamo lavorare ed impegnarci per avere più umanizzazione negli Ospedali, perché sentirsi amati e accuditi è una potente terapia.” Presente anche l’Assessore ai Servizi Sociali, Giovanna Palomba che è intervenuta sul concetto di dolore che può anche essere maestro di vita. Presente anche il Vescovo di Rieti, Vito Piccinonna, invitato a celebrare subito dopo l’evento delle cure palliative, la Messa dei Defunti, già impegnato a Bitonto in strutture Hospice, ha ricordato l’importanza della formazione del cuore e non solo professionale, per accudire malati e portare loro sollievo. In molte città italiane è stata celebrata questa Giornata ricordando San Martino, il Santo che donò una parte del suo mantello (pallium) ad un mendicante a terra.