“Ciò che è accaduto nel levante ligure e nell’alta Toscana, è una storia di ordinaria miopia, nell’Italia delle quotidiane leggerezze burocratiche e delle colpevoli omissioni, per fatti e situazioni ampiamente prevedibili e previste nel loro accadimento, dal momento che si ripetono costantemente negli ultimi anni, anche a causa dei cambiamenti climatici". E’ cio che dichiara Crescenzio Bastioni, responsabile del C.E.R. Protezione Civile Rieti.
"Di certo le indagini della Magistratura faranno il loro corso nell’accertare le responsabilità, diffuse ed a più livelli, riguardo all’ennesimo disastro annunciato. Ma non sarà certo l’emissione di qualche avviso di garanzia, o qualche mite condanna per disastro colposo, che tutelerà in futuro la collettività da simili avvenimenti”.
"E’ necessario, – prosegue Bastioni – che vengano riconosciute ai Sindaci risorse dirette da parte della Protezione civile, per impegnarsi seriamente sul fronte della prevenzione, affinchè simili sciagure non si ripetano in futuro, con la loro scia di morti e distruzione. I primi Cittadini sono i principali responsabili del territorio che amministrano, ma non ci stanno più a prendersi la colpa dei disastri, mentre in modo diffuso si continuano a ignorare le disposizioni di legge. «Se non ci sono risorse adeguate i Sindaci finiranno, e come già attualmente molti di loro fanno, per arrendersi, contando unicamente sulla buona sorte e la benevolenza del cielo, e di fatto scaricando su altri le proprie pesanti responsabilità.
Sull’onda della catastrofe accaduta nel nord Italia nei giorni scorsi, possiamo affermare che la provincia di Rieti non è immune da simili calamità, visto il contesto di dissesto idrogeologico in cui vive, ribadendo con ciò le problematiche che da tempo denunciamo nelle sedi istituzionali: “I Comuni non hanno alcuna risorsa per la prevenzione di eventi calamitosi significativi”.
"Denunciare la mancata prevenzione, alla luce dei fatti accaduti, è semplice e scontato: c’è il rispetto del territorio venuto meno, l’abbandono delle nostre montagne, la cementificazione in aree che la natura e l’esperienza dei nostri antenati ci indicavano a rischio, e in provincia di Rieti si possono citare a centinaia gli esempi al riguardo. Mi viene da sorridere amaramente quando ci si lamenta delle inondazioni e delle frane e poi si vedono case costruite là dove non ci sarebbero dovute essere. La verità – afferma Bastioni – è che la natura presenta sempre il suo conto, e al di là dei costi economici, ci sono costi in vite umane che non ci potremo mai perdonare. La società in cui viviamo, sotto l’aspetto della cultura della Protezione Civile e del rispetto di sè, deve ancora fare un bel tratto di strada.
La realtà dei fatti che qui è stato dipinta è a tinte fosche, ma la si può vedere in due modi: quella negativa è di alzare le mani, voltare le spalle e fare nulla, vivendo nella paralisi, caratteristica delle persone civilmente impotenti. Quella positiva è di rinnovare la lotta per una protezione civile come si deve, all’altezza dei tempi che viviamo. Questo si può fare, perché la sana protezione civile nasce da iniziative piccole e umili, ma che sono capaci di indicare la buona strada e seminare la buona pratica. Più è difficile, più sono inaccettabili le circostanze, ancor più si deve lottare per un futuro più sano, più razionale, più prudente, meglio progettato".
"Dal canto nostro, – conclude Bastioni – come protezione civile impegnata sul campo, ci concentriamo nel cercare di far passare il messaggio della prevenzione, in particolare nei riguardi dei più giovani: domani, venerdì 28 ottobre, saremo impegnati nell’iniziativa di "scuola sicura" presso il plesso scolastico Minervini di Rieti. 600 bambini su cui riponiamo le nostre speranze. Il futuro passa soprattutto attraverso loro".