Nona provincia italiana per aumento percentuale delle ore di cassa integrazione nell’ultimo anno. Settore industriale in totale declino, con un passaggio da 7.700 ore di cassa integrazione a febbraio
Un fatto che era sotto gli occhi di tutti, è ora ufficializzato dai dati impietosi forniti dall’osservatorio nazionale della Uil e diffusi dalla camera provinciale sindacale di Rieti.
Nell’ultimo anno le ore totali di cassa integrazione in Sabina sono aumentate del 116,4%, portando la nostra provincia in una poco invidiabile top ten italiana che vede al secondo posto i "vicini di casa" di Terni che debbono fare i conti con un aumento del 745,2% delle ore di cassa integrazione. Nel totale, a Rieti, a marzo 2011 sono state registrate 79.187 di cassa integrazione, con oltre 49mila di cassa integrazione ordinaria, poco più di 5mila di cassa integrazione straordinaria e quasi 25mila di cassa integrazione in deroga. "La situazione complessiva di Rieti è drammatica".
Non usa mezzi termini il segretario generale provinciale della Uil di Rieti, Alberto Paolucci. Mentre sfoglia il rapporto arrivato da Roma, Paolucci scuote la testa e ribadisce concetti già espressi e gridati a gran voce nelle ultime settimane. "Il fatto che siamo noni a livello nazionale – spiega – dice tutto. Serve un forte intervento della politica, altrimenti non se ne esce. Ciò che non è chiaro è che sta aumentando la povertà. Faccio un esempio per tutti. I dipendenti della Ritel hanno preso l’ultimo stipendio con le tredicesime di dicembre. Poi nulla. Ora sono in cassa integrazione, ma passeranno almeno 5 mesi prima che vedranno il contributo. In questa fase gli operai non hanno potere d’acquisto. La politica deve intervenire sulle numerose banche che sono a Rieti per chiedere un anticipo degli stipendi. Lo diciamo da tempo, ma nessuno sta facendo nulla".
Andando a vedere nel dettaglio la ripartizione delle oltre 79mila ore di cassa integrazione registrate nel mese di marzo, si scopre che la parte del leone la fa il comparto industriale, con oltre 55mila ore. In seconda posizione c’è il comparto del commercio (12.483 ore) e in terza l’edilizia (11.264), mentre è quasi ininfluente il settore dell’artigianato con 64 ore e inesistenti gli altri settori. "E’ evidente che l’industria è quella che ha pesato di più – prosegue Paolucci – ed è evidente il peso che ha sull’economia reatina. In sintesi, se l’industria va bene, tutto è ok, se c’è un calo ne risente a livello economico tutta la provincia. Per uscire da questa situazione è necessario migliorare l’attività industriale nel nostro territorio, altrimenti ne risentiremo anche negli anni a venire".
Unico dato in calo nel rapporto della Uil riguarda la proiezione trimestrale: nel 2009 ci furono 371mila ore complessive, mentre nel periodo gennaio-marzo 2011 poco meno di 130mila: un calo dovuto principalmente alla diminuzione delle aziende sul territorio.