Case popolari: fotografia di un terremoto in atto

 Rieti stanno maturando le condizioni per un terremoto demografico e sociale: i dati economici ne sono la causa, ma gli effetti ancora non si sono incuneati nel profondo della comunità, concentrata su temi quotidiani, priva di una visione di prospettiva.
Dalla analisi della graduatoria per la assegnazione delle case popolari del Comune di Rieti, NOME Officina Politica è giunta a conclusioni allarmanti, sulle quali è necessario che la Politica si soffermi in una approfondita riflessione.
Perdita di interi “segmenti” della società cittadina; inefficacia dello strumento sociale per il sostegno del bisogno “casa”: queste sono le conclusioni a cui siamo giunti; di seguito riportiamo il nostro processo di analisi. (Riccardo Catelli – analisi dati; Daniele Rinaldi – analisi politica).
Il tema della “casa”, spesso accostato a quello del “prima gli italiani”, tocca corde sensibili della opinione pubblica. Abbiamo quindi tentato di dare risposta a due domande, facce diverse di una stessa medaglia.
1. Le case popolari vengono realmente assegnate in maggioranza agli “stranieri”?
2. Le case popolari riescono oggi ad essere strumento di sostegno delle situazioni di maggiore bisogno ed urgenza sociale?
308 sono le domande ammesse alla graduatoria del Comune di Rieti approvata il 15 Dicembre 2017; di queste, per semplicità abbiamo raggruppato le richieste con cognomi “di origine straniera” (che pertanto possono comprendere taluni che stranieri non sono). Le richieste degli “stranieri” sommano il 36% del totale.
GRAFICO 1
Di fatto, la scarsa disponibilità di alloggi popolari vedrà interessati alla procedura “concorrenziale” solamente i primi in graduatoria. Focalizzando sui primi 50, abbiamo una suddivisione 78% Italiani – 22% “stranieri”, dato tendenziale che viene confermato anche analizzando i dati ulteriori, essendo i cognomi con denominazione “straniera” concentrati in maggioranza nelle ultime posizioni.
GRAFICO 2
Quindi, la sensazione “di pancia” che circola in città riguardo alla assegnazione di case agli “stranieri”, trova una risposta negativa, anche considerando che, nel campione considerato, sono stati inclusi cognomi di ORIGINE straniera, ma che sono persone che vivono da decenni in Italia.
Siamo quindi passati alla analisi della COMPOSIZIONE dei nuclei familiari richiedenti, da cui emergono situazioni che rappresentano a nostro avviso un campanello di allarme che dovrebbe allertare la intera città, la classe politica e dirigente.
GRAFICO 3
La grande maggioranza delle richieste è formulata da soggetti singoli o nuclei familiari di due componenti (anziani, giovani coppie, uomini divorziati, donne con un figlio a carico): per tale grande fetta di bisogno sappiamo che non vi sarà risposta. Infatti gli alloggi popolari di Rieti, sono destinati in prevalenza a nuclei familiari “classici” e quindi con un “tagli” adeguati a 3 o più componenti. Tale fatto comporterà la assegnazione a soggetti posti in una posizione inferiore in graduatoria, ovvero in condizioni di minor bisogno. Dato questo che, addirittura e sorprendentemente, accomuna italiani e “stranieri”.
La progressiva dissoluzione dalle graduatorie dei nuclei familiari “classici” rappresenta quindi la scomparsa di una fetta di società, (giovani famiglie con figli, nuclei familiari a basso reddito ma comunque con motivazioni di residenza a Rieti) che rappresenta, demograficamente, economicamente e come “speranza di vita”, il futuro della città.
Quindi, due le esigenze insoddisfatte che deriviamo dalla nostra analisi:
1. La necessità di attivare politiche innovative per il reperimento di una diversa tipologia di abitazioni “popolari”, di piccolo taglio, per il sostegno della domanda delle fasce più deboli attualmente senza risposta
2. La necessità di recuperare alla società produttiva reatina una fetta di popolazione giovane, sostegno alla natalità anche attraverso la dignità dell’abitare per contrastare lo spopolamento del territorio e il declino economico e sociale
Nell’ambito delle politiche abitative, non è più tempo di nascondere la polvere sotto il tappeto, cavalcando emergenze estemporanee o accadimenti spiacevoli della quotidianità sociale. Occorre una azione ragionata, di ampio respiro, con il coinvolgimento anche dei privati. Siamo tutti sulla stessa barca: se lasciamo allagare la stiva, la barca prima o poi affonda.”
Nome Officina Politica
 
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