Al primo appuntamento internazionale che l’Italia ospita da quando ha assunto la Presidenza del G7, il Governo italiano a guida Fratelli d’Italia scrive una pagina di storia, convocando la Conferenza Italia-Africa, che in passato si è sempre tenuta a livello ministeriale, elevandola a Vertice con la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo e presentando un programma rivoluzionario per creare “un ponte” tra l’Africa e l’Europa. Un ponte che noi italiani abbiamo il vantaggio di poter costruire non partendo da zero, ma dalle solide fondamenta che, molto tempo fa, un grande italiano come Enrico Mattei, fondatore di ENI, ha avuto la lungimiranza di saper immaginare.
Un Vertice frutto di una scelta di politica estera estremamente precisa, che porterà a riservare all’Africa un posto d’onore nell’agenda della nostra Presidenza del Gruppo dei Sette, a dimostrazione di quanto il destino dei nostri due continenti, Europa e Africa, sia interconnesso e per scrivere una pagina nuova nella storia delle nostre relazioni.
Una cooperazione da pari a pari affinché il continente africano non sia più un bacino di ricchezze da depredare e le sue popolazioni non debbano essere soggette al continuo approccio “caritatevole”, perché l’Africa ha straordinarie potenzialità di sviluppo. Cinque le grandi priorità di intervento: istruzione e formazione; salute; agricoltura; acqua ed energia.
Istruzione e formazione professionale perché lo sviluppo necessita di competenze per costruire ponti, ferrovie, impianti fotovoltaici, strade, scuole, ospedali, competenze che non devono essere importate ma formate sul posto.
Miglioramento della gestione e dell’accesso all’acqua, risorsa sempre più scarsa la cui mancanza è uno dei principali fattori di insicurezza alimentare, conflitti e migrazione, un fronte su cui esistono già diversi progetti di costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell’acqua soprattutto a fini agricoli, alimentati esclusivamente da energia rinnovabile.
Tra i principali settori d’intervento c’è anche l’agricoltura perché l’Africa detiene il 60% delle terre coltivabili, spesso purtroppo inutilizzate che sono un enorme potenziale di lavoro e di garanzia di cibo, una soluzione sicuramente più sensata di aiuti tramite cibo prodotto in laboratorio.
Altro punto fondamentale è dedicato al nesso clima-energia e alle infrastrutture collegate. Noi siamo sempre stati convinti che l’Italia abbia tutte le carte in regola per diventare l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa. È un obiettivo che possiamo raggiungere se usiamo l’energia come chiave di sviluppo per tutti facendo sì che l’Africa possa produrre energia per sé garantendo anche all’Europa nuove rotte di fornitura energetica con i suoi esuberi.
Questi i cardini di un Piano di interventi con il quale l’Italia e l’Europa daranno un contributo a liberare le energie africane, anche per garantire alle giovani generazioni un diritto finora negato, perché oltre al diritto a emigrare, fortemente perseguito dai governi precedenti, esiste anche il diritto a poter rimanere nella propria terra e non dover recidere le proprie radici, in cerca di una vita migliore sempre più difficile da raggiungere in Europa.
L’immigrazione illegale di massa si può così fermare fornendo opportunità per rimanere nei propri paesi e i trafficanti di vite umane potranno essere sconfitti, affrontando a monte le cause che spingono una persona ad abbandonare la propria casa. È esattamente quello che propone il piano Mattei, lavorando per offrire ai popoli africani un’alternativa fatta di opportunità, lavoro, formazione e percorsi di migrazione legale.
Mattei amava dire che “l’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono”, il Governo italiano con questo passaggio ha dimostrato finalmente che si possa lavorare davvero per un mondo migliore, basta averne la volontà ed iniziare un percorso di concretezza e non solo di buone intenzioni.