CACCIA AL CINGHIALE, TURINA: NON SI CONOSCE IL MONDO DEI CACCIATORI

Presidente Gianni Turina

Leggo con stupore delle nuove norme relative alla caccia al cinghiale che evidenziano una approssimazione e una non conoscenza approfondita del mondo dei cacciatori dimostrato dal fatto che a distanza di anni l’Amministrazione provinciale di Rieti non è stata in grado di fornire una struttura normativa definitiva. 

Evidentemente pressioni politico-clientelari determinano continui aggiustamenti legati principalmente ad un’analisi (tra l’altro errata) di presunto consenso di alcuni gruppi territoriali dove il centro sinistra è maggiormente radicato.  In questi giorni sono state numerosissime le proteste dei cacciatori che ritengono lesa la loro libertà di caccia non da regole legittime e di buon senso ma da norme che evidentemente mirano a demotivare sempre più l’esercizio venatorio.

Ha ragione Alfio Guarnieri quando evidenzia l’assurdità dell’dell’articolo 17 del nuovo regolamento che prevede testualmente che “per i non iscritti ad alcuna squadra, ma con regolare iscrizione all’Atc, la caccia al cinghiale è consentita al di fuori delle zone assegnate alle squadre, in territorio libero e non vocato”. L’affermazione è sicuramente folcloristica nel momento in cui consente la caccia del singolo in zone dove il cinghiale non c’è e la impedisce dove è in soprannumero creando consistenti danni all’agricoltura.

Sono palesi le contraddizioni tra il voler ridurre il numero dei cinghiali per contenere i danni ed i costi di rimborso e poi si tenta di impedire la caccia ai singoli.  Risulta evidente inoltre l’illegittimità della norma perche in contrasto con art. 34, comma 13 della legge regionale 17/1995 in quanto la competenza della Provincia è quella di regolamentare solo la caccia in battuta e non quella compiuta dai singoli cacciatori.

 Inoltre appare una complicazione superflua quella  della tele prenotazione che  dovrebbe essere effettuata dai capisquadra al mattino, prima che inizi la battuta di caccia al cinghiale sovrapponendosi inutilmente al verbale scritto redatto e firmato da tutti i cacciatori partecipanti e da depositare in Provincia entro il lunedì successivo alla battuta. Ciò costituisce un ulteriore strumento di demotivazione da parte di chi è contrario alla caccia o la dichiarazione di incapacità di organizzare in modo adeguato il controllo del territorio?

Mi auguro che il consiglio provinciale tenga conto di quanto evidenziato raccogliendo le giuste istanza di molti cacciatori e le considerazioni di chi scrive con una esperienza quarantennale di caccia.