“Assistiamo in questo ultimo mese ad un dramma sociale senza precedenti che ha annientato le nostre vite e le nostre coscienze. Nel territorio reatino il virus sta colpendo proprio in quei settori che credevamo fossero il riparo sicuro, il posto in cui ognuno di noi si sentisse garantito.
Stando andando in crisi proprio quei settori che ognuno credeva intoccabili in primis la sanità, la sicurezza. Tutto questo crea nervosismo ed isteria che sono come benzina vicino ad una fiamma accesa. E così accade di assistere anche ad un lavoro enorme e a volte improbo dei responsabili o direttori delle strutture pubbliche del nostro territorio, ad ogni livello e in ogni settore, che vanno in affanno e corrono per mettere “toppe” quotidiane ad un sistema che però è viziato nella sua genesi.
Ebbene accade che ci troviamo come quel gruppo di formichine che chiede, all’unica formica rimasta aggrappata al collo dell’elefante, di strozzarlo. Quindi il dramma ci fa rinchiudere in una dialettica politica, tutta interna, che rischia di perdere di vista gli aspetti generali ossia quelli regionali e nazionali.
Il Covid-19 ha messo a nudo gli errori della politica nazionale e non solo, politiche che hanno abbandonato i territori delle aree interne. Noi a Rieti lo abbiamo già denunciato in occasione del sisma del 2016 ed oggi, con il virus, la nostra denuncia torna alla ribalta.
Così accade che un virus uccide e non trova un esercito pronto a combatterlo, ma trova “comandanti” e “soldati” ognuno nel suo ruolo, donne e uomini, con poche armi e strumenti complicati per combatterlo. Spesso questo esercito silenzioso vince le battaglie, nonostante tutto, altre volte le perde.
Perché i nostri “angeli”, che sono le donne e gli uomini del nostro territorio, sono stati abbandonati, ma non adesso, da anni. Gli investimenti nella sanità pubblica, nella sicurezza del lavoro, nelle infrastrutture non sono stati al centro dell’agenda politica né nazionale né regionale e ciò ha provocato quanto stiamo assistendo. Dunque, anche nelle aree interne e nel reatino, dovremo necessariamente cambiare tutto il sistema malato che la politica nazionale e non solo, sbagliando, ha creato e quando il virus sarà sconfitto si deve tornare a consegnare ai cittadini reatini, ai sindaci del territorio alle lavoratrici e lavoratori e a chi li dirige gli strumenti per garantire i servizi che la popolazione chiede e di cui vanta il diritto.
Ora è il momento in cui tutti insieme, sul territorio, dobbiamo fare sinergia consapevoli di quanto si è sbagliato nel passato, però adesso ascoltarci, confrontarci, con senso di responsabilità ed intelligenza al fine di fare corpo unico contro un nemico invisibile.
Però il giorno dopo, quando tutto sarà finito, c’è bisogno di un nuovo sistema di Sanità pubblica, di Sicurezza, di infrastrutture e di un nuovo sistema di sicurezza nel mondo del lavoro, che devono tornare a garantire tutti i cittadini a partire dalle aree interne dei territori.”
Paolo Bianchetti – Cisl Roma Capitale e Rieti (nella foto)