“In data 29 marzo 2021, come gruppo di attiviste ed attivisti di Balia dal Collare Rieti insieme all’associazione Salviamo l’Orso, abbiamo inviato un esposto alla procura della Repubblica di Roma e di Rieti ed al Commissariato per la liquidazione degli Usi Civici del Lazio Umbria e Toscana per rendere noto agli uffici competenti alcune irregolarità relative alle procedure di autorizzazione del progetto TSM2 in materia di usi civici.
I demani civici sono proprietà collettive intergenerazionali delle comunità di abitanti, con destinazione perpetua agro-silvo-pastorale. Sono uno speciale istituto civilistico condominiale che ha assunto valenza attuativa della Costituzione sotto diversi profili, ed in particolare per ciò che concerne la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio.
Il progetto TSM2 insiste, in buona parte, proprio su terreni demaniali civici attualmente gestiti dai Comuni di Leonessa, Cantalice, Micigliano e dall’Amministrazione Separata Beni Civici di Vazia per un’estensione complessiva di 112.16.92 ettari.
Come gruppo di attiviste e attivisti abbiamo intrapreso un lavoro di studio delle carte ufficiali del progetto TSM2 e ci siamo accorti di alcune mancanze nelle prassi relative alle autorizzazioni per i mutamenti di destinazione d’uso per i quattro comuni coinvolti. Quel che è emerso dall’accesso agli atti, è che le autorizzazioni al mutamento di destinazione d’uso (che in seguito alla legge 168/2017 devono essere rilasciate dalla Direzione Agricoltura – Area Usi Civici di concerto con il MIBACT) non sono state rilasciate.
La procedura di VIA del progetto TSM2 si è espressa con esito positivo (attraverso Determinazioni Dirigenziali Area Usi Civici), a partire da vecchie autorizzazioni relative al mutamento di destinazione d’uso delle porzioni di terreni demaniali afferenti ai comuni di Leonessa, Cantalice, Vazia e Micigliano. Le richieste delle collettività titolari, infatti, erano state avanzate dai Comuni amministrativi e dall’ASBC di Vazia in riferimento all’originario progetto di interventi e non avevano, peraltro, ricompreso i corpi idrici interessati dal progetto che pur debbono rientrare nei rispettivi demani civici.
A seguito della revisione “in riduzione” del progetto originario, è emerso da un lato, che le rilasciate autorizzazioni al mutamento di destinazione debbono ritenersi decadute, dall’altro che la nuova versione del progetto TSM2, fa registrare invece un numero più alto di porzioni dei terreni di demanio civico di cui si è fatta domanda per il mutamento di destinazione. Per quest’ultimi non era stata richiesta alcuna autorizzazione, e per i quali i Comuni hanno presentato apposite (parziali e carenti sotto il profilo motivazionale) richieste di autorizzazione al mutamento di destinazione.
La Direzione Agricoltura Area Usi Civici ha riscontrato che in ordine alla ultime richieste di autorizzazione, sulla scorta del rinnovato quadro normativo e giurisprudenziale (di cui alla L. 168/2017 e sentenza della Corte Costituzionale n. 113/2018), non ha rilasciato alcun parere né autorizzazione al mutamento di destinazione d’uso dei terreni demaniali. In ogni caso (a seguito dell’art. 3, comma 7, L. 168/2017) per il mutamento di destinazione d’uso occorre anche il parere del MIBACT.
Di fronte a queste evidenze, riteniamo molto grave che la VIA abbia dato esito favorevole tralasciando quello che viene definito il “titolo” di un progetto.
Come abitanti della provincia speriamo che, con questa azione di visibilità, la politica locale cambi direzione e investa su progetti che tengano conto: del cambiamento climatico, del piano paesistico e dei diritti delle comunità. Gli usi civici sono uno strumento fondamentale (come dimostrato da molte esperienze in tutta Italia) per permettere ai giovani e alle generazioni tutte di tornare ad abitare le aree interne nel rispetto della loro ricchezza ambientale.
Per le nostre montagne sogniamo altri futuri, così come per i nostri comuni. Dalla politica della provincia di Rieti ci aspettiamo un passo indietro rispetto ai meccanismi di appropriazione di ciò che appartiene alla collettività. Vogliamo politiche che favoriscano la riappropriazione del territorio da parte di chi lo vive, lo abita e lo usa in maniera compatibile con la natura.
Non smetteremo di chiederlo a gran voce e ad opporci a ciò che a nostro avviso il TSM2 rappresenta: un progetto anacronistico e profondamente dannoso per il nostro territorio, le nostre comunità e per i bilanci delle pubbliche amministrazioni, ovvero i soldi delle tasse versate dalle lavoratrici e dai lavoratori!”
Balia dal Collare