ASSESSORE MEZZETTI: RIFLESSIONI SUL CAMMINO DI FRANCESCO

Alessandro Mezzetti

Trovo interessanti le dichiarazioni del dott. Di Paolo avvenute alla consegna del premio Lavoratore Sabino a cui va senza dubbio il merito di aver ideato il prodotto turistico Cammino di Francesco.

Trovo però gratuiti alcuni cenni alla "consapevolezza" e alla "staticità dei progetti".
La Provincia di Rieti è l’unico ente di questo territorio che crede e lavora sul Cammino di Francesco e La Via di Roma. Sin dal mio insediamento in accordo con l’Apt e Rieti Turismo abbiamo costituito un gruppo di lavoro, una squadra con compiti precisi assegnati ad ognuno, promozione e diffusione, segnaletica (si notano i nuovi cartelli gialli e blu’..stanno dappertutto) pulizia dei percorsi  (che assicuro sono estremamente curati), programmazione e revisione dei progetti in corso.

Stiamo lavorando per step, consapevoli che l’impegno della Provincia è massimo ma non posso dire che ad esempio il Comune di Rieti stia facendo la stessa cosa. Il nostro prodotto turistico è stato promosso nelle più importanti fiere europee riscuotendo tra l’altro apprezzamenti, stiamo favorendo incontri continui tra i nostri tour operator per vendere il territorio.

Non sarò il solo che incontra sui percorsi camminatori con lo zainetto. Vuol dire che funziona.
Il problema però a mio avviso sta anche nella consapevolezza di chi dovrebbe farci sviluppo economico sul territorio e mi rivolgo ai propri abitanti. Questo è un territorio a vocazione turistica dove il qualunquismo ha preso il sopravvento.
 I luoghi comuni si sprecano. Io credo che le istituzioni debbano predisporre le condizioni affinchè un cittadino possa vivere bene nel proprio territorio e possibilmente farci economia. Ma quanti reatini conoscono davvero il Cammino di Francesco e la Via di Roma? Quanti ne hanno mai percorso una parte o tutto? Quanti sanno dove passa? Possono essere consapevoli del piacere di comunicarlo se il territorio i primi a non conoscerlo siamo noi? E’ colpa delle istituzioni? Io non credo, piuttosto è una forma mentale. E’ un problema della città perchè il resto della provincia invece vive di un fermento turistico notevole e di altissima qualità, ovviamente sempre in base alla portata che possiamo avere.

Faccio soltano un esempio, Greccio ha una presenza notevole rispetto agli altri perchè un tour operator umbro lo ha inserito tra le proprie tappe. Possibile che noi reatini non riusciamo a capire che se non ci svegliamo gli altri venderanno il nostro territorio e noi continueremo a fare i manovali di altri? il punto è che se non si riesce a comprendere che il benessere individuale conta meno di quell collettivo, perchè quello collettivo fa tessuto sociale e quello individuale produce divisioni.

Poi c’è un altro fattore, quello legato al fatto che questo territorio si riscopre turistico…da quando?Troppo poco rispetto a chi ci ha investito prima e le colpe della politica di trenta anni fa sono state proprio queste, nucleo industriale si, turismo no. E siccome la politica conta perchè sceglie noi scontiamo un gap mentale diverso dalla Sabina. Occorre crederci, investirci e dedicarci tempo, io sto facendo questo, ma chi ci vive dovrebbe capire che è finito il tempo delle chiacchiere da bar, dei qualunquismi e dei luoghi comuni, è il tempo di agire utilizzando le istituzioni e cio’ che esse mettono in campo.