Di seguito una nota dell’Associazione Santa Barbara nel Mondo a firma del presidente Pino Strinati:
“Con questo messaggio l’Associazione Culturale Santa Barbara nel Mondo intende fare alcune precisazioni al fine di far comprendere a tutti quelle che sono le intenzioni e lo spirito delle sue iniziative.
A chi ritiene che possa essere stata irrispettosa quella che qualcuno può semplicemente definire una “tradizione” come quella, evidentemente, dei fuochi e della processione va detto che si tratta di un momento di sacralità e di raccoglimento di tutta la popolazione che vede nella Santa Patrona colei che ha affrontato il pericolo nella convinzione della sua fede cristiana, fino a sacrificare la propria vita.
Quel pericolo di morte improvvisa che viene rappresentato dal fuoco e quindi ciò che qualcuno, evidentemente ignorandone le origini ed il senso, può ritenere lo “spettacolo pirotecnico” un semplice momento di festa, è di fatto un qualcosa di indissolubile con la processione e ne è parte integrante e culminante. Non si tratta, con tutto il rispetto, di una sfilata con fuochi e balletti carnevaleschi o in stile halloween ma la rievocazione di un sacrificio enorme a seguito di una morte improvvisa e ciò ha un significato non solo per noi ma per innumerevoli categorie di professioni che tutti i giorni rischiano la vita.
Proprio su quest’ultimo aspetto l’Associazione Culturale è impegnata, da sempre, non solo nel promuovere i valori cristiani ma anche nel sensibilizzare la popolazione sui rischi di morte improvvisa come, di fatto, gli incidenti stradali.
Solo alcuni giorni fa l’Associazione, in memoria delle vittime della strada, ha svolto il convegno “Rieti e la sicurezza stradale” e purtroppo duole costatare che non tutta la stampa abbia riportato queste notizie, evidentemente ritenute poco importanti e non meritevoli di spazio.
Non è una puntualizzazione fatta per mancanza di rispetto per l’Associazione. Non è nostra preoccupazione il rispetto verso di noi, ovviamente, bensì per tutte le vittime della strada che evidentemente in eventi silenziosi, come quello sulla sicurezza stradale, non trovano spazio editoriale probabilmente ritenuti non meritevoli di notizia pubblica. A volte si ritiene molto meglio strumentalizzare eventi tragici, attaccando anche chi si dedica, volontariamente e gratuitamente, a questa missione culturale sulla quale, forse, non si è riusciti ad avere esclusiva notizia”.