ASI, LEGAMBIENTE RISPONDE A PERILLI E FERRONI

Legambiente

Sempre sull’ASI Legambiente Bassa Sabina dopo le risposte, apparse sui giornali, di Ferroni e Perilli.

E’ interessante notare come il presidente del Consorzio Industriale di Rieti, Ferroni ed il consigliere regionale Perilli si impegnino a rispondere, in qualche modo,  ai consiglieri regionali dei Verdi e dei Radicali, che nei giorni passati hanno enunciato una serie di fondate perplessità sul progetto ASI di Passo Corese.

Tale ‘esemplare’ atteggiamento non è dato riscontrarlo in merito alle precise domande che sono state poste dalle associazioni del territorio. E’ infatti impressionante come ‘la bicilindrica del polo logistico" (Perilli, Ferroni), mi si conceda la metafora motoristica, non entri mai, direi scrupolosamente, nel merito delle questioni, ma  si attesti su dichiarazioni amichevoli-sprezzanti (Ferroni) generiche e vacue (Perilli).

Non una risposta sul perché della scelta nefanda di un sito di così grande rilevanza culturale e paesaggistica; non una parola sulle procedure fin qui adottate per la rilevazione archeologica che disattendono le previsioni del progetto; non un vago accenno alle valutazioni di carattere economico finanziario per le mutate condizioni, nel quadro dell’economia nazionale ed internazionale, rispetto agli anni in cui questo progetto prese forma; non un accenno sulle eventuali idee rispetto alla riformulazione di un progetto, anche rispetto alle opere di urbanizzazione, che tenga conto di approcci moderni e maggiormente compatibili riguardo allo stoccaggio e veicolazione delle merci, ovvero ai consumi energetici ed idrici; non una frase composta di soggetto predicato e complemento, sulla sostanza dello sviluppo e dell’occupazione di cui si parla troppo spesso, fino ad assumere la consistenza di un vaticinio della Sibilla cumana; neanche una riflessione sull’intensità di capitali pubblici e privati che sono stati spesi e si spenderanno per ogni posto di lavoro che si andrebbe a creare; nemmeno un’ ipotesi sui fenomeni indotti nell’intera zona.

Se il progetto avesse pieno successo, per quanto concerne  l’inurbamento, la nuova residenzialità e quindi i conseguenti adeguamenti dei servizi per la collettività (se l’esempio fosse l’attuale abitato di Passo Corese o Fiano romano, c’è da pensarci molte volte); non un pensiero fuggevole ed anche effimero sulle conseguenze per le rimanenti aree della provincia di Rieti che saranno ancora di più marginalizzate, a seguito di un così forte accentramento di interessi economici, finanziari, imprenditoriali, nell’area di Passo Corese.

Non è detto che noi abbiamo le risposte a tutti questi quesiti che dovrebbero gravare sulle responsabilità di chi attua un così amplio progetto, ma saremmo pronti a discuterne, a trovare soluzioni. Ma questa è l’idea di concertazione che non piace né ai Perilli né ai Ferroni. Per loro è sufficiente esporre grafici, progetti e cifre come in una mostra d’arte astratta ma con conseguenze reali non calcolate e, purtroppo, già misurabili.
Mi sembra evidente che la concertazione è altro: è fornire strumenti agli interlocutori isituzionali e sociali affinché partecipino realmente alla creazione e formulazione di un progetto; significa essere pronti a rimodulare le progettualità fin qui consolidate al mutare delle condizioni economico-finanziarie dei micro e macro contesti; significa predisporsi all’ascolto reale e democratico delle istanze che è necessario e doveroso recepire in un progetto, che a detta dei promotori, è di grandissima rilevanza… ma queste sono le ragioni dell’utopia che non possono scalfire le granitiche certezze di esperti del settore quali appunto sono il Ferroni ed il Perilli.
Rimaniamo, quindi, in attesa di un luogo di confronto democratico.