“Il Coordinamento Provinciale di Articolo Uno esprime forte preoccupazione per un dibattito sul futuro del Terminillo che rischia di riprodurre una sterile contrapposizione, tutta ideologica, tra sviluppo e difesa dell’esistente. Riteniamo che si debba lavorare per valorizzare una risorsa decisiva per il rilancio del nostro territorio, evitando danni ambientali che andrebbero a ridurre la stessa capacità di attrazione della nostra montagna.
Il futuro viene da lontano. Potrebbe essere senz’altro questa la definizione da assegnare al tema dello sviluppo del Terminillo che non può non riguardare da vicino la definizione delle future politiche socio economiche della città di Rieti e dell’intera Provincia.
Conoscere la storia e il retroterra su cui poggiano le più rilevanti vicende territoriali, riteniamo che debba essere la metodologia generale adottata dal dibattito politico e in particolare dai livelli amministrativi a cui sono demandate le responsabilità decisionali e questo non per vezzo accademico, bensì per deliberare con maggior equilibrio e competenza possibile su settori rilevanti del sistema produttivo locale.
L’attuale evoluzione del “Progetto Terminillo” deriva da quanto elaborato e approvato dalla Giunta Provinciale nel primo decennio di questo secolo, sulla base dei seguenti presupposti:
- incremento delle tutele ambientali mediante l’istituzione e gestione unitaria del Parco Naturale del Terminillo basato sui 12.000 ettari già plurivincolati e inibiti alla caccia;
- ampliamento del bacino sciistico in direzione Leonessa in considerazione della totale;
- inadeguatezza dell’attuale dotazione impiantistica quale volano turistico ed economico e nella consapevolezza delle inibizioni paesaggistiche;
- diretto coinvolgimento del capitale privato nella realizzazione/gestione degli impianti sciistici.
A sostegno di quella proposta la Giunta Regionale guidata da Piero Marrazzo aggiunse la somma di venti milioni di euro.
Contro quella proposta si scagliarono la Destra Reatina, ostile ad ogni ragionamento sulle compatibilità ambientali, nonché varie personalità che riescono ad immaginare l’ambiente solo come spazi e luoghi immodificabili.
Molte cose sono cambiate da allora e sicuramente il progetto è stato migliorato nel lungo confronto avuto con gli uffici regionale preposti, ben sapendo che il sintema dei vincoli paesaggistici e naturalistici presenti sull’intera montagna non avrebbe mai consentito il “Luna Park” paventato dagli oppositori e al contrario auspicato da alcuni disinvolti ambienti imprenditoriali, tuttavia le originarie motivazioni sopra elencate, restano totalmente intatte.
Il Parco Naturale del Terminillo: non una soluzione dolcificante per una medicina amara, ma al contrario un rilancio Istituzionale in forma unitaria e la proiezione su vasta scala delle grandi qualità ambientali presenti. E il tutto senza dover aggiungere un solo ulteriore vincolo a quelli già presenti sulla superficie di circa 12 mila ettari.
Ampliamento del bacino sciistico: non c’è dubbio che la componente SCI, sia per le dimensioni del bacino sciistico, sia per le immodificabili altimetrie, sia per gli innegabili mutamenti climatici a scala planetaria, rappresenta la porzione meno sostenibile di una nuova economia del turismo montano; tuttavia le attuali dimensioni e caratteristiche dei due micro comprensori esistenti non consentono alcuna possibilità di sopravvivenza economica e meno che mai di competizione con la concorrenza abruzzese.
Nelle condizioni attuali non esiste possibilità alcuna di garantire l’indispensabile equilibrio economico e pertanto o si deve indicare la totale eliminazione di ogni traccia di impiantistica per lo sci e demolire tutti gli impianti esistenti, cancellando così ogni residua tentazione sciistica, oppure determinare le compatibilità ambientali che consentano un ampliamento del comprensorio sul piano della quantità e qualità, così da sollecitare l’imprenditoria privata a investire su questo comparto economico.
La complessità tecnica, l’onerosità della gestione di seggiovie, battipista, innevamento artificiale, nonché il tema della sicurezza che proprio oggi si manifesta drammaticamente, dopo la tragedia della funivia Stresa-Mottarone, posta a esclusivo carico di un qualsiasi consorzio tra Enti Locali rischia di rappresenta una nuova impresa a perdere a carico della collettività.
Il Coordinamento Provinciale di Articolo ritiene indispensabile praticare una politica di rilancio del Terminillo affidando alle Istituzioni pubbliche il compito di definire la “cornice” e ai privati l’incarico di partecipare al finanziamento delle opere apportando il necessario know how tecnologico.
In assenza di un chiaro e garantito coinvolgimento anche del capitale privato, con i venti milioni stanziati dalla Regione, il progetto Terminillo ancorché rivisto e rimodulato, perde significato e ragionevolezza.”
Coordinamento Provinciale Articolo Uno