Scriviamo questo articolo per mettere a conoscenza la comunità reatina di ciò che nell’ultimo anno si è avvicendato, relativamente alla gestione del Progetto SPRAR Minori del Comune di Rieti, progetto in favore di minori stranieri non accompagnati e richiedenti o titolari di protezione internazionale.
L’intento è quello di ricomporre le informazioni diffuse nell’ultimo anno e che spesso sono state solo parziali a discapito della visione d’insieme e inoltre di controbilanciare le ultime notizie di cronaca cittadina in tema di gestione dei rifugiati e dei richiedenti asilo sul nostro territorio, con le buone pratiche che l’Arci, come ente gestore del progetto, ha da tempo avviato in favore dei propri beneficiari.
Il Progetto Sprar Minori del Comune di Rieti è un progetto di accoglienza per minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale, che arrivano in Italia senza essere “accompagnati” da genitori o altri adulti di riferimento. Lo stato italiano ha un duplice dovere di accoglienza nei loro confronti : in quanto minori ed in quanto richiedenti asilo.
A Rieti il Progetto Sprar minori esiste da 7 anni. L’obiettivo del progetto non è solo quello di accogliere il minore straniero che arriva, ad esempio a Lampedusa senza genitori o parenti, di accudirlo nei suoi bisogni primari come cibo, casa e istruzione, ma è più propriamente quello di inserirlo nel tessuto sociale del territorio italiano in cui è arrivato e renderlo autonomo.
L’avventura nella gestione del Progetto Sprar Minori da parte dell’Arci di Rieti, ha inizio a gennaio del 2013, con l’entrata dell’associazione nella sede di accoglienza dei giovani del progetto, la casa famiglia “Il Nespolo” e la gestione dei servizi annessi.
Molti lettori conosceranno il centro “Il Nespolo”, struttura gestita da sempre dal Comune di Rieti per l’accoglienza e la tutela di minori allontanati dalle famiglie e di minori stranieri non accompagnati. Negli anni “Il Nespolo” è stato spesso identificato con la gestione dei servizi sociali della passata amministrazione, motivo per cui, sulla scia della nuova spinta riformatrice inaugurata con l’assessorato della Mariantoni, che punta alla deistituzionalizzazione dei minori, il servizio di accoglienza e la sua riqualificazione è stato esternalizzato, prima affidato alla Cooperativa Nemo e successivamente, appunto, all’associazione Arci.
Gennaio – Dicembre 2013 si è avviata la gestione del servizio che ha posto l’attenzione nel conferire un nuovo assetto alle figure professionali impiegate nell’équipe educativa già impiegata nel progetto e successivamente l’adeguamento degli spazi fisici predisposti per la cura, la tutela e l’accoglienza dei minori. L’Arci ha affrontato la sfida e ha sempre motivato le proprie azioni, forte di un’etica del lavoro e di una responsabilità morale nei confronti di chi in quel servizio deve vivere, crescere e maturare, ossia i minori. La chiusura del centro “Il Nespolo” e il trasferimento degli accolti in altre strutture è avvenuta a cavallo tra il 2013 e il 2014 e muove dalla volontà di trovare forme alternative di accoglienza, allontanando i minori dai rischi denunciati ormai da tempo dalla comunità scientifica, sugli innegabili effetti negativi della permanenza in Istituto. tanto da far convergere le politiche sociali rivolte ai minori e alle loro famiglie in difficoltà, sul comune obiettivo di pervenire a una progressiva chiusura degli istituti assistenziali promuovendo alternative di piccolo gruppi residenziali accanto ad altre tipologie di accoglienza famigliare.
Gennaio – Marzo 2014 ha inizio il nuovo Progetto Sprar minori “Una Comunità educante”, progetto scritto dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Rieti in stretta collaborazione con l’Arci e che ha avuto il merito di arrivare 10° nella graduatoria nazionale per i Progetti Sprar, premiato per la qualità della proposta.
Aprile 2014 nasce la Comunità Educante, titolo ambizioso per un progetto ancora più ambizioso, e un programma pedagogico che vede i minori stranieri non accompagnati e richiedenti asilo accolti e seguiti da tutor e sostenuti da un’équipe multidisciplinare.
L’obiettivo del progetto è portare i ragazzi alla gestione autonoma della propria vita, responsabilizzandoli nella cura di sè e della propria casa, nella piena acquisizione degli step evolutivi utili per rendersi autonomi: istruzione, formazione lavorativa, tirocini in aziende e socializzazione, tutto ciò mettendo in rete la comunità territoriale di riferimento, ossia Rieti.
Nuove modalità di accoglienza:
I minori sono accolti in un appartamento in semi autonomia denominato “La Gabbianella”, in un appartamento denominato “Struttura Ponte” e in “Famiglie Professionali”. Quest’ultima modalità di accoglienza, in particolare, rappresenta l’aspetto di avanguardia del servizio, per cui nuclei familiari volontari selezionati dal Comune, hanno intrapreso un ciclo di formazione per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e richiedenti asilo, e accolgono in affidamento diretto i minori, concorrendo in tutto e per tutto alla realizzazione delle azioni indicate dal progetto, in accordo con l’équipe multidisciplinare.
L’appartamento di semiautonomia, rientra nella tipologia del “Servizio a ciclo residenziali di accoglienza temporanea in semiautonomia per adolescenti prossimi alla maggiore età e per giovani ospiti di strutture residenziali o presso famiglie affidatarie”, e accoglie i ragazzi che hanno tra i 16 ed i 18 anni e che hanno già beneficiato di un periodo sufficientemente lungo di accoglienza in casa famiglia, o famiglia, pronti per essere avviati alla vita autonoma. La “Struttura ponte” è destinata a coloro che hanno raggiunto la maggiore età e sono in procinto di uscire dal servizio (18- 19 anni).
La formazione dei minori stranieri:
I ragazzi accolti dal servizio vengono subito inseriti in una classe permanente per l’apprendimento della lingua italiana con utilizzo della metodologia L2 . La lingua è il primo passo per entrare realmente nel nostro paese ed è la chiave che apre la porta dell’integrazione. Ecco perché da ormai 10 anni l’Arci promuove corsi gratuiti di italiano per gli stranieri residenti nella nostra città. La scuola e la formazione permanente sono il secondo steo per l’inserimento. Da prima viene quindi valutato il grado di scolarizzazione del ragazzo e successivamente iscritto all’ordine e grado scolastico più indicato. Molti dei nostri ragazzi studiano per conseguire il Diploma di Licenza media, livello base per il nostro sistema educativo per poi accedere agli ordini successivi. Grazie a volontari dell’associazione i ragazzi possono beneficiare di lezioni e ripetizioni private, spesso eseguite da ex professoresse in pensione socie dell’Arci, che affiancano i ragazzi nello studio della nostra storia e cultura e li preparano all’esame di terza media.
I ragazzi più grandi (18 anni) vengono inseriti in corsi professionalizzanti e tirocini formativi. Spesso si parte da una mappatura delle loro competenze, acquisite in esperienze lavorative pregresse, per veicolarli in settori nei quali dimostrano maggiore attitudine ed interesse. Questa si delinea come un’azione estremamente delicata, perchè mette in stretta relazione le necessità di autonomia e di crescita dei ragazzi e la reale offerta del nostro territorio.
Tirocini formativi e Video Curricula:
Il tirocinio formativo rappresenta un momento importante nel percorso di crescita di ogni ragazzo. In questo senso il tirocinio in azienda e i corsi professionalizzanti, svolgono un ruolo chiave nel processo di integrazione dei ragazzi sul territorio. Attualmente i ragazzi maggiorenni stanno svolgendo un tirocinio formativo presso l’azienda Phoenix Electronic System S.r.l. di Rieti. L’azione della ricerca di un impiego è sempre supportata dall’équipe multidisciplinare e vede affiancare ai più tradizionali metodi di ricerca del lavoro, quella che sfrutta le opportunità del web. Si stanno quindi realizzando, in collaborazione con l’agenzia reatina Studio Evento, specializzata in progetti di comunicazione, i Video Curricula dei ragazzi volti a valorizzare le loro capacità e renderle maggiormente visibili al mondo del lavoro.
Animazione territoriale:
Obiettivo altrettanto importante è quello che risponde all’esigenze di socializzazione e di apertura dei ragazzi al territorio che li accoglie. In questo senso vengono considerati quali siano gli interessi dei ragazzi e quali le attività ludiche e di svago da attivare per rispondere alle loro esigenze. Usufruire della rete di associazioni e dei soggetti che sul territorio si occupano di cultura e di giovani, diventa fondamentale, non solo perché mette a contatto direttamente i ragazzi con i pari, ma anche perché genera nuove sinergie e scambi culturali. Un’azione intrapresa con grande successo è la nascita della trasmissione radiofonica Earth Radio-la musica che unisce, in onda su RadioMondo ogni lunedì sera alle 21.30. Durante la trasmissione i ragazzi affrontano differenti tematiche (amicizia, famiglia, religione,ecc.) e trasmettono musica appartenente ai paesi di provenienza.
Un’azione altrettanto importante è quella dedicato al confronto con i coetanei attraverso gli incontri organizzati con le scuole. Lo scorso 10 Aprile si è tenuto un incontro con due classi del liceo Mamiani di Roma, presso il centro giovanile “Macondo” di Passo Corese, organizzato dall’Arci di Rieti in collaborazione con il Servizio Centrale, che ha visto protagonisti i beneficiari del progetto per minori di Rieti e gli adulti del progetto sprar di Fara in Sabina (entrambi gestiti dall’Arci).
Dopo gli intesi racconti del distacco dalla propria terra e del lungo e pericoloso viaggio che li ha condotti qui, i beneficiari sono stati inondati dalle domande degli studenti del liceo romano. L’incontro si è concluso con una bella partita di “bigliardino” e con tanti nuovi contatti Facebook!
Gli incontri proseguiranno a partire da Ottobre negli Istituti superiori reatini, in quanto inseriti nel Piano della Offerta Formativa come azioni curriculari per l’integrazione interculturale di ciascun istituto.
“Ci vuole un villaggio intero per educare un bambino”, in questo proverbio africano si riassume la visione pedagogica dell’Arci, un’associazione naturalmente “educante” che ha nella vita di comunità il senso della sua esistenza e nella relazione lo strumento per realizzarla. E’ con questo proverbio che invitiamo la comunità reatina a diventare e promuoversi come comunità educante.