Riportiamo la relazione dell’Assessore Pariboni relativo al Piano d’interventi per il Terminillo approvato oggi in consiglio comunale:
L’art. 39 della Legge n° 31 del 24/12/2008 ha istituito, nel bilancio Regionale, un capitolo di spesa denominato “Interventi per la ristrutturazione e l’ampliamento degli impianti sciistici siti nel comprensorio sciistico Monte Terminillo” per il quale si prevede uno stanziamento iniziale di 20 milioni di euro Il progetto Terminillo Stazione montana – turismo responsabile muove pertanto da una consapevolezza.
Essa viene sinteticamente riportata nelle premesse della Deliberazione di Giunta Regionale n° 68 del 24/02/2012 che attuando l’anzidetta Legge Regionale riconosce “che il comprensorio sciistico del Monte Terminillo, nelle aree dei Comuni di: Rieti, Cantalice, Micigliano, Leonessa e Cittareale rappresenta una delle più importanti realtà turistiche destinate alla pratica dello sci, nel Lazio”.
Subito dopo la delibera dà realisticamente atto “che le relative stazioni sciistiche, i vari impianti articolati sul territorio di cui trattasi, negli ultimi anni sono andati via via regredendo, sia in ragione di una obsolescenza degli impianti, sia anche per l’assenza di una visione complessiva e integrante degli impianti stessi”; e inoltre che: “detto mancato sviluppo è da ricondurre anche all’assenza di una gestione moderna ed economicamente sostenibile dell’impiantistica, delle attività ricreative, dell’albergazione e di quant’altro preordinato allo sviluppo del settore, […. ] infatti, l’odierna forma di gestione e le attuali condizioni socio economiche dell’area non risultano idonee ad attrarre i sufficienti capitali privati per un efficace rilancio e , pertanto, senza un intervento pubblico le condizioni di cui trattasi sarebbero destinate a permanere”.
Il progetto Terminillo Stazione montana – turismo responsabile, correntemente con la consapevolezza che ha reso necessario un intervento pubblico, muove anche da un obiettivo, questa volta riportato all’interno protocollo di intesa, sottoscritto il 27/12/2011, dai Comuni di Rieti – Cantalice – Micigliano e Leonessa, dalla Provincia di Rieti e dalla stessa Regione Lazio
Esso tende verso “la messa a sistema dell’intero comprensorio del Terminillo, perseguendo una condizione di auto sostenibilità, con un dimensionamento ottimale e sinergico dei singoli impianti, anche nella prospettiva di una gestione unica degli impianti dell’intero comprensorio” .
E’ stata pertanto la concretezza, o meglio l’ineluttabilità, della concessione del finanziamento regionale, (sostanzialmente rivolto alla ristrutturazione e all’ampliamento degli impianti di risalita), ad innescare quel “processo virtuoso” che ha visto la collaborazione fra i Comuni di Leonessa – Cantalice e Micigliano, i quali, insieme alla Provincia di Rieti, (nel ruolo quanto mai attuale di ente di supporto all’attività dei Comuni) e in ultimo il Comune di Rieti, hanno elaborato un progetto complessivo di sviluppo comprensoriale, un progetto di larghe vedute e che guarda al futuro con prospettive assolutamente incoraggianti.
Un Progetto di comprensorio:
– che se da un lato: consente di realizzare un sistema infrastrutturale di trasporto con fune che collegherà Rieti a Cantalice, passando per Micigliano e Leonessa;
– dall’altro: tende a preservare e valorizzare tutti gli aspetti e le bellezze naturali del Terminillo, offrendoli al mercato turistico regionale come un sistema unitario e inscindibile; ultima occasione per lo sviluppo e il rilancio socio economico del Monte Terminillo e delle comunità che ad esso fanno riferimento.
Un progetto comprensoriale che per quanto riguarda Rieti:
– che se da un lato vede il Comune, per dotazione impiantistica, dimensione territoriale e quota di finanziamento attribuito (2,3 milioni), rappresentare circa il 20% del comprensorio sciistico che si intende realizzare,
– dall’altro attua ricadute economiche, per indotto e livelli occupazionali, i cui benefici interesseranno per l’80% il Comune di Rieti e il suo tessuto produttivo.
E’ vero, il progetto comprensoriale, di cui il Comune di Rieti è compartecipe, rappresenta l’ennesimo intervento progettuale per il rilancio del Terminillo, dopo che i precedenti si erano infranti nelle pastoie burocratiche, nei campanilismi, e nei veti incrociati delle diverse appartenenze politiche;
Ma è anche vero che è, la prima volta, che un progetto di rilancio del Terminillo, vede:
– il sostegno e la partecipazione convinta di tutti i Comuni interessati, che rappresentano i veri promotori dell’iniziativa;
– il coinvolgimento della Provincia, non nel ruolo di governo, ma nel ruolo di facilitatore dei processi;
– il supporto, convinto, della Regione Lazio, nel ruolo di supervisore e controllore dei procedimenti di autorizzazione oltre che quale finanziatore del progetto.
È il disegno che negli anni 70 auspicava il professor – Leonardo Benevolo – il quale, incaricato dall’Ente Provinciale del Turismo di Rieti, della redazione di un Piano Razionale di Sviluppo che comprendesse l’intero territorio del Terminillo, cioè anche le zone ricadenti nei Comuni di Leonessa, Posta, Antrodoco, Castel Sant’Angelo, Micigliano, Cittaducale, Cantalice… auspicava che “almeno i piani regolatori dei Comuni interessati all’anello alto – Rieti, Cantalice, Leonessa, Micigliano, Cittaducale – potrebbero utilmente essere riuniti in un Piano Intercomunale, da redigere per iniziativa dei Comuni stessi riuniti in Consorzio, oppure della Provincia di Rieti in attesa della costituzione del consorzio medesimo” e concludeva “in ogni caso, per la gestione del piano, sarà indispensabile giungere ad un durevole accordo fra i cinque Comuni, i quali potrebbero federarsi a questo scopo, dando vita ad un Ente per lo sviluppo del Terminillo ….”
E’ pertanto sbagliato, come viene spesso riportato dagli organi di stampa, definire questo, il progetto “Orlandi”, forse per equipararlo ai progetti dei suoi tanti predecessori. Questo è invece un piano di sviluppo nato dalla volontà e dalla partecipazione dei Comuni e dei territori e delle comunità che essi rappresentano. Non è un progetto di uno solo ma è un progetto complesso, interdisciplinare, al quale hanno lavorato diversi tecnici ed esperti, ciascuno dei quali ha messo la propria competenza a servizio dell’obiettivo comune.
Sono circa venti gli esperti che a vario titolo hanno contribuito alla redazione del progetto; ingegneri ambientali e geotecnici, dottori forestali, geologi, biologi, architetti, economisti, periti demaniali, individuati dai Comuni e coordinati dalla Provincia al quale spetterà il ruolo di promuovere i procedimenti di autorizzazione anch’essi altrettanto complessi.
Con il contributo offerto dagli esperti si è colta l’occasione, inedita, per avviare e portare a compimento una approfondita analisi del territorio che oggi ci consente di avere, per tutto il comprensorio, il quadro completo e dettagliato dei rischi geologici (distacco delle valanghe, caduta massi e frane); della vegetazione autoctona, della flora e della fauna; delle peculiarità geologiche, delle caratteristiche ambientali; delle risorse idriche, dell’atmosfera.
Ogni dettaglio progettuale è stato analizzato alla luce di quanto emergeva dai sopralluoghi e dai rilievi strumentali e la conoscenza “scientifica” del territorio che ne è derivata, ha orientato tutte le scelte progettuali, dall’individuazione dei tracciati delle piste, alla localizzazione degli impianti di risalita, dei bacini idrici, dei sistemi di difesa e protezione, delle infrastrutture logistiche e di servizio.
E’ vero che il progetto che oggi si sottopone all’approvazione del Consiglio non è il progetto complessivo da sottoporre a Valutazione di impatto ambientale che, avendo valenza co
mprensoriale, è di competenza della Provincia quale Ente di Area Vasta.
E’ anche vero che il progetto che oggi si sottopone all’approvazione del Consiglio, in termini di infrastrutture di trasporto, riguarda solo due dei sedici impianti di risalita previsti dal progetto di comprensorio; ma è indubbio che l’analisi conoscitiva effettuata dai Comuni e dalla Provincia, ai fini del procedimento di valutazione di Impatto ambientale, oltre che ad orientare gli interventi previsti per i singoli Comuni, (nel senso da contenerne gli impatti nei diversi aspetti), ha consentito l’individuazione di strategie di sviluppo e valorizzazione dell’ambiente più mirate e consapevoli, alcune delle quali trovano grande spazio e visibilità all’interno del progetto stesso per essere realizzati contestualmente agli impianti. Poiché, se da un lato, l’area del Terminillo risulta gravata da tanti vincoli che già ne garantiscono la tutela e la salvaguardia; dall’altro lato nessuno degli strumenti di pianificazione e di tutela ambientale che si sono susseguiti e accavallati in questi anni, ha mai espressamente vietato la realizzazione di impianti di risalita, o reso incompatibile lo sviluppo della pratica dello sci con la necessaria tutela dell’ambiente.
Piuttosto è stato riconosciuto che il contributo, in termini di visibilità e attrattività, che proviene dalla presenza di efficienti sistemi di collegamento a fune, costituisce il presupposto, e il giusto traino, per lo sviluppo del turismo ambientale ed escursionistico; un presupposto necessario ma il solo in grado di assicurare le risorse umane ed economiche necessarie alla salvaguardia del territorio, altrimenti destinato al godimento di pochi o peggio all’abbandono e al degrado.
In questo scenario, gli obiettivi gestionali e amministrativi previsti dal Piano di Coordinamento Provinciale, nel senso della creazione di uno specifico organismo di tutela per il monte Terminillo, possono trovare spazio e sostegno nella realizzazione del progetto di comprensorio; che vede, fra i sui obiettivi, non solo la realizzazione degli impianti di risalita, ma anche di tutte le attività di valorizzazione e tutela ambientale e paesaggistica, gestite dai Comuni associati, in quanto soggetti rappresentativi delle comunità locali, o attraverso organismi a loro riconducibili.
Il progetto “Terminillo Stazione Montana, turismo responsabile”, è pienamente conforme alle Linee Guida del progetto di Territorio n.4. Terminillo e Monti Reatini. “Per una nuova cultura della montagna” parte integrante del PTPG di Rieti, infatti si pone l’obiettivo di:
– collegare le singole realtà locali in una unica realtà funzionale;
– perseguire lo sviluppo sostenibile a 360 ° : economico, sociale, occupazionale ed ambientale, puntando su una offerta turistica della stazione montana durante tutto l’arco dell’anno e per tutte le fasce di utenti, nel pieno rispetto dell’ambiente naturale;
– riqualificare e recuperare le strutture esistenti nei paesi pedemontani, capaci di soddisfare la ricettività turistica sia in estate che in inverno escludendo la realizzazione di nuova cubatura per strutture ricettive.
Nel progetto di comprensorio, hanno inoltre il giusto spazio e approfondimento:- gli interventi a sostegno delle iniziative di recupero ed educazione ambientale: come il recupero del vivaio di Pian de Rosce e la valorizzazione di percorsi naturalistici
– la valorizzazione di importanti peculiarità vegetazionali e habitat naturali censiti grazie alle analisi effettuate propedeutiche alla valutazione di impatto ambientale, attraverso l’utilizzo di strumenti di tutela, fortemente rappresentativi e riconoscibili a livello nazionale, quali per esempio la creazione di veri e propri monumenti naturali nell’area della sella di Leonessa e Vallonina.
In merito agli stretti ambiti comunali, occorre precisare, in via preliminare, chele iniziative svolte dal Comune di Rieti a sostegno della pratica dello sci e più in generale dello sviluppo del Terminillo sono state, nel tempo, condizionate dal difficile e non sempre proficuo rapporto con l’attuale concessionario dei pochi impianti di risalita attivi.
Lo stesso progetto, per la parte che interessa il Comune di Rieti, ha rischiato di impantanarsi, nelle pastoie burocratiche e giudiziarie che oggi regolano gli impianti in concessione, e solo la visione comprensoriale e di largo respiro che abbiamo anzidetto, può scongiurare tale pericolo.
La proposta progettuale che oggi viene sottoposta all’approvazione dal parte del Consiglio consente al Comune di dotarsi degli strumenti tecnici ed operativi per emanciparsi, solo se necessario, dalla dipendenza dal concessionario:
– con la seggiovia Togo, si prevede di realizzare un accesso privilegiato e dignitoso all’intero comprensorio da Pian de valli
– con la seggiovia Colle di mezzo, viene assicurata la fruizione delle seggiovie Cardito sud, di competenza provinciale, e “Cardito nord”. Quest’ultima, grazie all’accordo con il Comune di Cantalice, sarà finalmente riposizionata utilizzando il contributo regionale attributo al Comune di Rieti.
Inoltre, il progetto per l’ambito di Rieti:
– prevede e detta le linee di indirizzo per la messa in sicurezza e l’adeguamento funzionale delle piste affinché risulti compatibile con la tutela delle praterie montane;
– regola gli usi civici con l’Amministrazione separata;
– consente il potenziamento del sistema di innevamento programmato attingendo alle risorse idriche presenti nel Comune di Micigliano;
– prevede di potenziare la dotazione di servizi e logistica a servizio delle Piste da sci di fondo in loc. cinque confini, che soffrono, come noto, di una preoccupante carenza di strutture di accoglienza che rischia di pregiudicarne il futuro.
In ultimo, sono messi in sinergia con il progetto di sviluppo tutte le dotazioni infrastrutturali esistenti o da realizzare: la piscina in corso di ultimazione in località la valletta e il campo di altura; il parcheggio interrato di pian de valli; il parcheggio della Malga nel comune di Micigliano in grado di sopperire alla carenza di parcheggi.
Senza escludere che, nel corso dell’istruttoria alla procedura di valutazione di impatto ambientale, possano concordarsi con la Regione Lazio ulteriori iniziative infrastrutturali, in primis la possibilità della realizzazione di una viabilità alternativa alla SS4 bis del Terminillo per uscire da Pian de Valli; oltre che un nuovo parcheggio antistante il piazzale Togo all’interno della proprietà regionale ex APT ora concessa in comodato alla Provincia di Rieti.
Sarebbe comunque auspicabile (e su questo stiamo lavorando) una normalizzazione dei rapporti con il Concessionario; ciò potrebbe comportare la rilocalizzazione o il ri-posizionamento delle seggiovie previste dal progetto, in ossequio al principio, concordato con la Regione, che una volta ottenuta la compatibilità ambientale degli impianti così come previsti, ogni loro spostamento o riduzione di ingombro non comporterebbe l’attivazione di una nuova procedura di Valutazione.
Per concludere, faccio presente che se da un lato: l’approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale, consentirà alla Provincia di promuovere la procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto di comprensorio e, contestualmente, di attivare la conferenza dei servizi per la realizzazione degli impianti che beneficiano del finanziamento regionale; dall’altro, lo stesso Consiglio, nell’esercitare la propria competenza nell’individuazione e nella localizzazione delle infrastrutture di trasporto a fune, dovrà successivamente pronunciarsi in merito alla gestione degli impianti previsti e dei complessivi e interdisciplinari interventi richiamati.
In tale prospettiva, per gli impianti, le possibilità di gestione previste
dalla norma regionale (L.R. 59/83) sono le seguenti:
– la Gestione diretta da parte del Comune come ad esempio sono gli impianti di Leonessa – Campo stella
– la Gestione mediante aziende speciali
– la Gestione in concessione
Come ad esempio sono gli impianti in concessione di Pian de valli o quelli da realizzarsi a spese del concessionario di opere pubbliche per i nuovi impianti di Vallonina. In questo quadro, il piano di sostenibilità economico finanziaria del progetto di comprensorio elaborato dalla Provincia a corredo della VIA potrà essere utile ad orientare le future scelte gestionali che dovrà adottare il Comune.
Da quanto appreso nel corso delle riunioni di coordinamento promosse dalla Provincia, in un ottica necessariamente comprensoriale, che comprende anche gli impianti del Comune di Rieti i quali rappresentano circa il 25% del totale ivi compresi gli impianti del concessionario: il rapporto fra i ricavi attesi (stimati in base alle presenze annue molto sottodimensionate circa 250 300 mila ingressi e costi dell’abbonamento contenuti circa 22-25 euro/giorno) e i costi di gestione, consentirebbe margini di esercizio tali da consentire il rimborso dei finanziamenti necessari alla realizzazione dell’intero progetto, circa 30 milioni, che si aggiungerebbero a quelli messi a disposizione dal finanziamento pubblico (19 milioni) e quelli previsti in capo al concessionario di Vallonina (15 milioni).
Con queste ipotesi economico finanziarie i Comuni di Leonessa, Cantalice e Micigliano si sono già associati sotto forma di un consorzio di gestione. Consorzio al quale saranno conferiti gli impianti di proprietà degli stessi comuni associati ivi compresi quelli della Vallonina una volta realizzati da parte del concessionario.
La possibilità per il Comune di Rieti di aderire al consorzio di gestione, potrebbe rappresentare una opportunità per cogliere i vantaggi e le economie di scala derivanti dal comprensorio unico, fermo restando la necessità di definire al più presto i rapporti con l’attuale concessionario degli impianti anche attraverso gli strumenti che il progetto di comprensorio mette a disposizione del Comune.
In sintesi, ritengo di poter affermare che “Il riferimento centrale del progetto di comprensorio, – per il quale oggi il Consiglio Comunale di Rieti metterà il primo tassello con l’approvazione della progettualità relativa all’ambito reatino -, è una nuova cultura della montagna che non faccia perno più solamente su un turismo “mordi e fuggi”, caratterizzato dall’arrembaggio domenicale e che con il Terminillo non costituisce alcun rapporto. Tale diverso atteggiamento nei confronti della montagna si fonda su una relazione più stretta, culturale, con il contesto ambientale e con il suo significato antropologico, ma anche economico e produttivo.”
Decideremo insieme i passi successivi, ciò che oggi è finalmente ineludibile è l’approccio comprensoriale al Terminillo, la condivisione con tutti i Comuni interessati di un progetto di sviluppo che vuole fare del potenziamento del bacino sciistico il volano per valorizzare le risorse ambientali e paesaggistiche di questa montagna, con la consapevolezza che “È necessario maturare una nuova cultura della montagna, che le dia un nuovo senso all’interno delle più generali dinamiche dello sviluppo, in grado di sostenere un progetto di sviluppo fondato sulle risorse locali ed, in particolare, su quelle naturali; un progetto di sviluppo locale che sia sostenibile, durevole e sia in grado di proporre e promuovere un’immagine della montagna diversa, più aperta e ricca di significati; un progetto di sviluppo locale fondato sulla produzione di beni ambientali e simbolici, sulla riappropriazione culturale del territorio, sulla costituzione di un rapporto empatico e coinvolgente tra il turista ed il contesto ambientale, su una fruizione che abbia più occasioni, più motivi, più modalità di esprimersi, un arco di tempo più ampio per esplicarsi.
Bisogna sviluppare una progettualità che sia in grado di rendere tutto ciò anche un’attività economica capace di produrre reddito.”
Ed oggi è auspicabile che a muovere questo primo fondamentale passo verso questo ambizioso ma realistico progetto di sviluppo per il Terminillo sia l’intero Consiglio Comunale di Rieti, unitamente ai consigli comunali degli altri Comuni del comprensorio.