I dati presentati dall’amministrazione comunale, e chiamati "Anagrafe Pubblica degli Eletti" sono quelli che la legge obbliga da trenta anni (legge 441/1982); non sono quelli contenuti nella originale proposta radicale presentata da Marroni e Paggi e non sono neppure quelli che la stessa Amministrazione si è imposta di rendere pubblici.
Il valore aggiunto della proposta radicale rispetto alla legge era infatti la sua effettiva disponibilità in forma aperta e incrociabile, la storicità dei dati (sulla quale vedremo), l’allargamento a rappresentanti in comunità montane, consorzi di bonifica ecc., e (quello che più dovrebbe interessarci come cittadini amministrati) il dettaglio dell’attività amministrativa.
Questa ultima, di cui in Comune come anche in Provincia non c’è traccia, è stata in effetti prevista nel regolamento liberamente licenziato da questo Consiglio Comunale, ed è descritta all’Art.11: "L’amministrazione ha l’obbligo di pubblicizzare l’attività amministrativa svolta da ogni singolo Amministratore e le eventuali spese sostenute:
– quadro settimanale delle presenze e comportamento di voto degli eletti in aula e nelle commissioni;
– archivio degli atti approvati;
– interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, emendamenti;
– facoltà dei singoli amministratori di inserire atti protocollati ed iter;
– registro delle spese, comprensive delle spese per lo staff, spese per l’ufficio, spese per i viaggi sia dell’eletto che dello staff,
spese telefoniche e dotazione infromatica, spese varie;
– quadro delle presenze ai lavori presso Enti di cui si fa parte in rappresentanza del Comune ed i voti espressi sugli atti adottati
dagli stessi."
Dopo un anno di messa a punto "tecnica", ci aspettavamo di più; chiediamo a questo punto all’Amministrazione quando abbia intenzione di pubblicare questi dati mancanti; magari facendolo davvero, senza finte rassicurazioni come quelle ricevute più volte dalla Provincia.