“Sono bastati tre secondi per cancellare la bellezza della vita, una storia di paese fatta di vivere insieme. Le risate e le conversazioni dal barbiere, la spesa quotidiana fatta di dialoghi, di contatti tra individui, le partite di pallone, la coralità sociale data dall’organizzazione di un evento”.
Basterebbero queste parole di Gianluca Carloni (A SINISTRA NELLA FOTO), vicesindaco di Amatrice al tempo del terribile sisma che ha distrutto la città, per descrivere ciò che un evento simile possa significare per una comunità: la disgregazione di legami secolari, lo spaesamento e la difficoltà di fare i conti con una realtà dove non vi sono più affetti, persone, luoghi, abitudini e modi di vivere.
Bisogna elaborare faticosamente un enorme lutto collettivo, operazione che necessariamente coinvolge la faticosa ricostruzione dell’identità.
Forse, il libro che Carloni ha scritto per Rubbettino, “Amatrice. Storie di rapporti umani in un tempo di sisma” è anche questo. Una sorta di piccolo monumento di carta per ricordare tante persone che non ci sono più e tanti legami che da quel terribile 24 agosto sono cambiati per sempre. Un modo per rimettere ordine tra i pezzi, cercando di dare senso a ciò che il cuore e la mente si rifiutano di accettare.
Carloni canta la sua “città di rovine” mettendo in fila i ricordi e le emozioni di quei terribili giorni.
Da sopravvissuto è consapevole del fatto che “chi è vivo lo sa che è fortunato, anche se è una fortuna dolorosa” Sa che il resto dell’esistenza è gravata dal tarlo di quella domanda sempre presente: “perché tu sei qui e un tuo amico, un tuo familiare no”.
Domanda per la quale “nessuno conosce la risposta, perché non c’è una risposta. O meglio, se c’è qualcosa che somiglia a una risposta… sta nella convinzione che vedi crescere, ora dopo ora, giorno dopo giorno, nel fatto che l’essere umano può vincere sempre, che le radici dell’uomo, in una terra dilaniata, danno la forza ad andare avanti, guardare oltre”
La quarta di copertina
La vita ti mette alla prova. Gli eventi tragici segnano le persone, lacerano la società civile, distruggono il tessuto sociale. Lo scoramento per il familiare o l’amico scomparso prevale in ognuno di noi. Abbiamo bisogno di una scappatoia, e ciò è possibile tramite la conoscenza e una ricerca spassionata di rapporti con altre persone.
È il tessuto sociale che viene colpito maggiormente, e lo si può recuperare solo in tale maniera. Dopo una catastrofe comprendi, con una chiarezza che fa male, che tutto, ogni piccola cosa, ha un valore inestimabile. Capisci che ognuno di noi è il valore che fa differenza, perché la comunità vive, e l’essere sopravvissuti alla tragedia del 24 agosto 2016 ti dà la certezza che vivere è un dono straordinario. Questo libro è stato scritto alla fine di marzo 2017, in cinque giorni.
Gianluca Carloni è nato a Termoli ma ha vissuto sempre ad Amatrice, essendo il luogo lavorativo del padre, geometra come lui. Ha partecipato in maniera accesa alle maggiori attività atte alla crescita collettiva della gente amatriciana. Nel 2009 è stato eletto al Consiglio Comunale di Amatrice con la lista civica “VivaAmatriceViva” e dal 2014, a seguito di nuova elezione, è nominato vice-sindaco. Nel maggio 2017, dopo il sisma, è costretto a dimettersi dalla carica di amministratore comunale per un ipotetico conflitto di interessi tra la sua professione, la ricostruzione e, appunto, la carica istituzionale.