Il polverone di polemiche che si è alzato negli ultimi giorni per le dichiarazione del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, sulla volontà dello stesso Comune di staccarsi dalla Regione Lazio, dopo la conversione dell’ospedale Grifoni in primo soccorso, non ha fermato la “battaglia di civiltà”, così come la definisce lo stesso Pirozzi, che ha visto il suo primo atto ieri sera con il consiglio comunale straordinario.
All’interno del centro culturale San Giuseppe è stato deliberato che il referendum consultivo si farà, per la soddisfazione di tutti quegli abitanti che si sentono ormai da tempo, e ora ancora di più, privati da parte della Regione Lazio e del presidente Zingaretti di un servizio come quello sanitario svolto dall’ospedale Grifoni che ritengono essenziale per una comunità che vive a un’altitudine di più di 1.000 metri sul livello del mare e a una distanza di 43 Km da Rieti, a 30 km da L’Aquila, a 37 km da Ascoli Piceno e a 104 km da Roma.
Il problema della sanità nella nostra provincia sta assumendo caratteristiche sconcertanti, insieme ad Amatrice in pericolo è anche la sanità reatina, con il serio rischio che l’ospedale de’ Lellis si veda declassare o chiudere 16 reparti (tra i quali Oncologia, Geriatria, Pneumologia, Neonatologia, Chirurgia Vascolare, Terapia del dolore, Malattie Infettive, Gastroenterologia, Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia della mammella) dopo il già declassato laboratorio analisi.
Cosa decideranno i cittadini amatriciani? Quale sarà la loro scelta nelle urne? La scissione è vicina. Da sciogliere il nodo se legarsi alle Marche oppure all’Abruzzo.