Nel 2010 il Lazio si è classificato al 6° posto a livello nazionale con 354 incendi per un totale di 2.460 ettari di superficie boscata andata in fumo, mentre nel primo semestre del 2011 è già passato al 5° posto con ben 258 ettari bruciati dalle fiamme.
Secondo i dati diffusi dal Corpo Forestale dello Stato, l’estate in corso si sta distinguendo per un aumento considerevole del numero dei roghi registrati e delle superfici totali andate in fumo.
"Mano criminali tornano a colpire i nostri parchi e boschi, sfruttando il caldo estivo, con danni seri al patrimonio ambientale – dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Una situazione più difficile da affrontare anche a causa dell’assurdo taglio governativo alle risorse destinate al corpo dei Vigili del Fuoco che porta a carenze di organico e mezzi di soccorso guasti, rendendo a volte impossibile il lavoro delle squadre antincendio."
"L’ottimo lavoro svolto in questi anni sul catasto antincendi dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Protezione civile regionale deve proseguire con decisione per fermare chi vuole speculare sugli incendi boschivi – afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Purtroppo, gli incendi boschivi non sono quasi mai un fenomeno naturale, ma vengono appiccati per interessi ben precisi. Chiediamo che la Regione Lazio si attivi immediatamente per censire con i Comuni i terreni boschivi percorsi dal fuoco e applicare la norma di legge che vincola per quindici anni quelle aree."
Secondo la Protezione Civile, la maggior parte degli incendi boschivi è provocata da mano umana, a causa di comportamenti superficiali o spesso, purtroppo, dolosi e la collaborazione dei cittadini può essere decisiva nel segnalare tempestivamente le situazioni di pericolo ai numeri di emergenza.