ALLA MOSTRA DELLA MIGRAZIONE ITALIANA AL VITTORIANO C'E' UN PO' DI RIETI

Roberto Lorenzetti

C’è un pò di Rieti nella grande mostra sulla storia della migrazione italiana allestita a Roma presso il Vittoriano dal Ministero degli Affari Esteri.

L’Archivio di Stato di Rieti ha fornito diversi documenti oggi inseriti in quella è che più che una  mostra è diventato il MEI (Museo dell’Emigrazione Italiana).  Di recente il direttore dell’Archivio di Stato di Rieti ha concesso una proroga del prestito dei documenti esposti nella grande rassegna nazionale dedicata ad una delle pagine maggiormente significative della storia del nostro Paese.

Rieti ha fornito un contributo significativo e a volte specifico al capitolo dell’emigrazione. Basti pensare al grande flusso di emigrati del 1900 verso il Brasile. Oltre cinquemila contadini abbandonarono le campagne sabine verso il Brasile. In gran parte vi rimasero e tutt’oggi uno degli impegni istituzionali dell’Archivio di Stato di Rieti è quello di fornire agli eredi di terza o quarta generazione di coloro che agli albori del nuovo secolo partirono dalla Sabina, i documenti necessari per ottenere la cittadinanza italiana.

"E’ un impegno importante – sottolinea il direttore dell’Archivio di Stato Roberto Lorenzetti – che svolgiamo da diversi anni gratuitamente a favore dei nipoti e pronipoti di chi centoventi anni fa  ha lasciato Rieti e la Sabina a favore del Brasile.  Ogni mese riceviamo decine e decine di richieste in questo senso di persone che non parlano più italiano ma conservano i cognomi del nostro territorio.  Nella maggior parte dei casi non conoscono i comuni di provenienza e spetta ai funzionari dell’Archivio di Stato svolgere indagini tutt’altro che agevoli per reperire qualche attestazione che consenta loro di dimostrare l’origine italiana  un passaggio fondamentale verso   l’acquisizione della doppia nazionalità, brasiliana e italiana, tutto questo  magari per trasferirsi più agevolmente negli Stati Uniti".

"E’ uno dei capitoli, dei tanti capitoli raccontati nel Museo dell’Emigrazione Italiana, al quale – conclude Lorenzetti –  abbiamo voluto dare il nostro contributo convinti che dalla storia si possono a  volte trarre utili insegnamenti. Tanti anni fa migliaia di contadini per i quali un semplice viaggio dalla provincia verso Rieti era di per se un avvenimento eccezionale, decisero di abbandonare tutto e partire verso le fazendas brasiliane. Oggi davanti alla progressiva marginalizzazione del nostro territorio, si rischia la stessa sorte che è l’unica strada percorribile quando vengono meno le basi elementari di vita in una provincia che rischia perfino di essere cancellata".